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CUORE SELVAGGIO 21 страница



Si è allontanato, affondando nel vicino albereto, ma il vecchio Nicola non lo segue questa volta. Rimane impalato guardandolo allontanarsi, costernato per quello che era successo, confuso e dubbioso come non lo fu mai nella sua lunga vita...

 

- Signore..... Signore..... Ma che cosa è questo? - chiede perturbato. Ed all'improvviso, si sorprende -: Signorina Molnar...

- Ho ascoltato tutto, Nicola. La seguii. Mi dispensi, ma mi interessava troppo quello che Juan doveva dirgli, quello che le avrebbe risposto...

- Se sentì tutto, non ho niente da aggiungere eccetto che, in fin dei conti, è meglio che Juan si imbarchi di nuovo. Dopo tutto, ha ragione in molte cose ed indovinò totalmente quello che la signora Sofí a voleva da lui: che andasse via. Se devo essere sincero, mi affligge moltissimo che vada via così che sparisca come fuggendo. Lo fece già una volta... - Fa una pausa ed indaga -: In che cosa pensa lei, figlia mia? Perché non dice niente? Perché mi guarda in quella maniera?

- Niente. Nicola - risponde Monica con un filo di voce -. Non mi domandi.... mi lasci.... Suppongo che quello che penso sia una pazzia...

- Anche a me mi sono passate pazzie per la testa. Vuole dirmi le sue?

Le pallide labbra di Monica hanno tremato come se lasci scappare il terribile segreto che la tormenta. C'è qualcosa nel nobile viso di Nicola che l'ispira fiducia, qualcosa che la spinge a parlargli francamente, ma l'espressione del notaio cambia improvvisamente. Contenendo improvvisamente la confessione, Monica gira la testa per confrontarsi con l'uomo che, senza rumore, è appena arrivato fino ad essi, ed esclama:

- Renato...!

- Ancora qui, Monica? Pensai che fossi già nell'altra valle. È da più di due ore che mi parlasti di andare vicino ai tuoi malati. Che cosa è successo? Avesti qualche inconveniente con la carrozza, o ti arrivò qualche brutta notizia?

- Nessuna delle due cose, Renato, ritardai il viaggio perché non mi sentivo bene. Adesso stavo dicendolo al signore Nicola.

- In effetti, non hai buon viso. Insisto che ti sei affaticata più del dovuto in questi giorni. Benché non voglia, anche a te ti vedrà il medico, e mentre viene accetterai la mia ricetta personale: riposo.... Per quelli che chiami i tuoi obblighi, non ti preoccupare. Prenderò il tuo posto, questa volta personalmente. Passerò il giorno nell'altra valle....

- No, Renato, per Dio, non andare via! Non ti allontanare da casa, non ti separare da Aimé e.... te lo prego, te lo supplico, Renato. Compiaci mi una volta...

Quasi disperatamente ha supplicato Monica, mentre Renato la guarda, prima con sorpresa, dopo con una specie di preoccupazione profonda e grave...

- Che cosa succede, Monica? Che cosa è quello che temi?

- Non è che tema niente. È che non vale la pena. Io mi sento meglio, ho già la carrozzina pronta per andare fino all'altro lato...

- Riposa oggi, Monica, sei troppo nervosa. Credo che hai la febbre. - Ha preso la sua mano, ma ella la ritira bruscamente e retrocede impallidendo, per quel che Renato, rimpianto, inquisisce -: Perché hai quella paura? Che cosa pensi che può succedere in questa casa se io mi allontano?

- Niente, Renato, naturalmente. Ma...

- Allora, vatti a riposare. È una supplica, ma dovrà essere un ordine se non l'ascolti. Un ordine di fratello maggiore.... ti invierò il medico e serviremo la tua salute che è più preziosa di quella di nessuno. Non protestare, perché è inutile. Farò che ti servano benché tu non voglia. - Ed alzando un pò la voce, chiama -: Ana.... Arrivi in tempo.... Accompagna la signorina Monica fino alla sua camera da letto e dì alla signora Catalina che non si sente bene. Cammina...

 Nicola ha fatto un sforzo per sorridere quando gli occhi di Renato, dopo vedere allontanarsi Monica accompagnata dalla donzella, lui si calma facendo attenzione al suo viso pallido e teso, e commenta:

- Lei mi sembra tanto nervoso come mia cognata Monica. Tanto li ha turbati a voi due la conversazione con Juan?

- Come? - si allarma il notaio.

- Fu lunga e violenta.... Da lontano osservai i gesti di entrambi e vidi che Monica li ascoltava senza essere vista da voi. Un'indiscrezione abbastanza rara in una donna come lei...

- Beh.... ci sono occasioni nella vita che... in cui tutti facciamo cose scorrette...

- Generalmente, quando le cose importano troppo, e salta visibile che a Monica gli importa moltissimo tutto quello che si riferisce a Juan...

- Beh è naturale - risponde Nicola in forma pretesto -, la signorina Molnar fa parte di questa famiglia, di questa casa, e non può essere indifferente alle cose di qualcuno che, vogliamo o no, ci preoccupa tutti...

- Ci preoccupa tutti, benché in maniera differente. Comprendo che le preoccupa che deve condividere con lui i suoi compiti; a me, è ostinato.... Ma, che motivo personale può avere lei?

- Non credo che sia niente personale - rifiuta vivamente Nicola.

- Allora di cosa? Quando mi avvicinai ebbi l'impressione di avere tagliato una confidenza. Tanto lei come ella si turbarono vedendomi. Ella andava a parlargli di qualcosa di importante, forse intimo...

- Bene.. forse.... In caso estremo, è logico che i miei capelli bianchi l'ispirino più fiducia che i tuoi ventisei anni.

- Monica ed io siamo amici da bambini, siamo ora legati da una parentela che dovrebbe avvicinarci di più, e a lei l'ha appena conosciuto. O era amico di lei dapprima? Conosceva Monica? Conosceva le Molnar?

- A Monica non l'aveva vista mai, ma... - si interrompe Nicola dubitativo.

- A Monica no? Conosceva Aimé e? Perché vacilla nel rispondermi?

- Non è che vacilli, figlio, è che tentavo di ricordare. Io fui un buon amico del loro padre, conoscevo di vista la signora Catalina.... Ad esse, naturalmente, li vidi da piccole. A Saint-Pierre ci conosciamo tutti. Non so quello che Aimé e ti avrà detto.

- Lei vuole saperlo per non parlarne male, vero?

- Figlio, per Dio, che idea! Stai sottomettendomi ad un vero e proprio interrogatorio e non sta bene per niente l'atteggiamento di giudice...

- Si calmi, non la sto accusando. Stavo solo tentando di comprendere che cosa succede. Aimé e mi ha raccontato che una volta stette nella sua casa per vedere se lei gli dava la notizie di una certa goletta ai cui marinai aveva incaricato alcuni regali per me. È quello certo?

- Bene, sì... certo.... Ella aveva incaricato Juan...

- Juan? Fu la goletta di Juan? Fu Juan il Capitano della goletta che non compi l'incarico di Aimé e?

- Bene... la verità è che io appena ricordo...

- Lei ricorda perfettamente, e se non ricordasse non avrebbe nessuna questione. Ma sì c'è qualcosa di molto strano: che dopo tutto questo, Aimé e e Juan non si conoscessero. Monica disse di averlo visto prima, ed Aimé e, no. Perché?

- Beh, figlio, mi stai facendo impazzire...

- È certo. E non a lei che devo fare quelle domande, vero?, Bensì a mia moglie. Ella è quella che deve rispondermi.

- No, per Dio, non faccia una confusione con tutto questo. La mia testa cammina male, non so nemmeno quello che mi dico a volte. Quello che Aimé e ti ha detto, sarà la verità. Io, da parte mia...

- Non abbia paura. Per fortuna, non sono un uomo geloso. Voglio dire che non capisco a metà l'amore né la fiducia. O credo chiaramente, o chiaramente non credo. Mi fido di mia moglie. Se non mi fidasse di lei, la mia risoluzione sarebbe definitiva.... Ma, a che cosa parlare di questo? Inoltre, non si trattava di Aimé e, ma di Monica. Tentavo di comprenderla per aiutarla, ma è difficile comprendere le donne.

- Ora si che hai detto una verità come un tempio. Le donne sono come farfalle inquiete e bisogna perdonare i loro capricci ed i loro nervi in grazia che sono la cosa migliore del mondo, l’unica cosa che ci abbellisce la vita. Non lo credi?

- Fino ad ora ho creduto così. Ma non ho quello concetto frivolo della donna. Non credo che siano in realtà tanto differenti da noi. In generale, le stimo più di lei ed esigo da loro anche di più. Credo che siano qualcosa di sacro, poiché Dio fece di esse lo stampo dell’umanità. Credo anche che alla donna più bella si può imputare la colpa di una morte se commette un'infamia. Credo che l'uomo trova in lei la sua disgrazia o la sua morte, e in colei che fa sua moglie lo deposita tutto: onore e nome... con tutti i doveri e con tutti i diritti, specialmente quello di chiedergli conto molto stretti per quello che fa di quell'onore e di quello nome.... Ma cambiamo l’argomento. Lei ed io abbiamo troppo da fare...

- Tu ed io?

- Ovviamente. Andiamo insieme un momento in ufficio. Credo che sia arrivato il momento di annodare il passato col presente. Andai via bambino e torno uomo. Per regolare la mia condotta futura ci sono cose del passato che devo sapere, e buchi del futuro che voglio risolvere d'ora in poi. Voglio che lei mi riferisca alcune vecchie storie.... Quelle di mio padre per prima.... Venga...

(Continua nel libro II – MONICA)



  

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