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Richard Laymon 13 страница



Avrebbe voluto sedersi al suo fianco.

Ah, ma non lo farai, si disse.

Se & #232; per questo, Melanie non pu& #242; vedere.

Non pensarci nemmeno.

Bodie, con gli occhi ancora sul racconto, scosse la testa e borbott& #242;: «Oh, Dio». Poi chiuse la rivista. Guard& #242; Pen e scosse la testa. «Accidenti, ero in ansia per la protagonista e invece per tutto il tempo & #232; stata lei a dar la caccia agli altri. »

«Vuoi dire che ti & #232; piaciuto? »

«Hai capovolto ogni situazione, specialmente nel finale. Mi sembra favoloso. Anche una bella prosa. Mi pareva di essere dentro di lei, di sentire tutto ci& #242; che provava la protagonista. Davvero affascinante. Se mi consegnassi il lavoro come studentessa, ti darei un A meno. »

Pen, felice, si costrinse a mostrare un cipiglio. «Perch& #233; il meno? »

«Per impedirti di diventare vanitosa. »

Lei rise. «Grazie, a ogni modo. »

«Ne hai altri da farmi leggere? »

«Quello & #232; l’unico pubblicato. »

«Peccato».

Abbiamo solo stanotte, pens& #242; Pen. Non voglio trascorrerla a guardarlo leggere i miei racconti. «Ecco, forse ne ho un altro. »

Lei bevve il resto del caff& #232;, poi and& #242; nello studio e accese la luce. Si sentiva eccitata.

Aveva bisogno di andare in bagno… con tutto quel caff& #232;. Ma sedette sulla scrivania e apr& #236; l’ultimo cassetto. Ciascuna cartelletta portava un’etichetta con il titolo di un racconto. Le sfogli& #242; con le dita tremanti.

Meglio sbrigarsi a sceglierne uno, prima che scoppi a piangere.

Scelse la cartelletta con scritto McDougal Stone,  e l’apr& #236;. Attaccato con una graffetta al manoscritto c’erano tre foglietti che qualcuno aveva scritto per respingere il lavoro.

Forse Bodie pu& #242; dirmi che cosa non funziona.

Diavolo, questo mi sembrava buono.

Tir& #242; fuori il manoscritto e mise via la cartelletta.

Mentre si alzava i suoi occhi si posarono sulla segreteria telefonica. La voce le riemp& #236; la testa lacerando i suoi buoni sentimenti, dentro provava caldo e freddo allo stesso tempo. Si affrett& #242; a guardare verso la finestra. Le tende erano tirate.

Lui non pu& #242; vedermi.

Forse ha visto accendersi la luce. Sempre che abiti nell’edificio.

Ma non pu& #242; chiamare, sa che non sono sola. Sta’ tranquilla, almeno per stanotte.

Ha le mie mutandine.

Pen corse fuori dallo studio e parte della paura svan& #236; quando entr& #242; nel soggiorno e vide Bodie sotto la luce della lampada, cos& #236; calmo e tranquillo… e felice.

«Questo & #232; stato bocciato», spieg& #242; Pen porgendogli il racconto.

«Allora deve essere brutto. »

Lei rise. «Torno fra un minuto», annunci& #242; e si affrett& #242; in bagno. Bodie aveva lasciato l’asse del water abbassata. Molto educato. Slacci& #242; i calzoncini bianchi e li abbass& #242; lungo le gambe. Infil& #242; i pollici ai lati dell’elastico delle mutandine, abbass& #242; anche quelle e sedette.

Si ritrov& #242; a fissare le mutandine nere di pizzo tese fra le caviglie.

 

Bodie sent& #236; scorrere l’acqua. Aspettandosi di veder riapparire Pen dopo qualche secondo, osserv& #242; l’ingresso del corridoio buio. E rimase in attesa.

Evidentemente lei non tornava subito.

Continu& #242; a leggere la storia e l’aveva quasi finita quando sent& #236; aprirsi una porta. Pen camminava a passi leggeri e attutiti nel corridoio. Finalmente entr& #242; in soggiorno.

Lei alz& #242; la mano in un gesto di saluto esitante. Un sorriso le tremolava sul viso. Aveva il naso leggermente arrossato e gli occhi rossi e gonfi. «Vuoi altro caff& #232;? » offr& #236; con voce fioca.

«No, grazie. Ti senti bene? »

Lei rispose con un cenno affermativo e sedette all’estremit& #224; del divano. «Hai finito il racconto? »

«No. Qualcosa non va? Tu hai pianto. »

«Ridicolo. »

«Non pu& #242; essere tanto ridicolo il fatto che sei sconvolta. » Bodie si chin& #242; avanti, lasci& #242; cadere il manoscritto sul tavolino. Si volt& #242; verso Pen. Lei stava china, i gomiti sulle ginocchia, la testa abbassata. Bodie corrug& #242; la fronte, si fece pi& #249; vicino e le mise la mano sulla schiena. Lei non si ritrasse n& #233; gli disse di scostarsi. Lui le sfreg& #242; dolcemente la schiena fra le scapole, consapevole del calore sotto la camicetta.

«Hai mai provato la sensazione di aver perso il controllo? » mormor& #242; Pen.

«Vuoi dire di aver commesso qualche errore? »

Lei annu& #236;. I capelli che le piovevano sul viso luccicavano al riflesso della lampada.

«S& #236;, qualche volta», ammise Bodie. «Che cosa & #232; successo? »

«Colpa di quell’individuo che ha telefonato venerd& #236; sera. Con tutto quello che ci & #232; capitato, non riesco a togliermelo dalla mente. »

«& #200; comprensibile. »

«Mio Dio, ero cos& #236; sconvolta da prenderti a coltellate. Cio& #232;, ho perso il senso delle proporzioni. Ho messo quel cordone attraverso la porta e per poco non mi spaccavo la testa, poi ti ho accoltellato. Cristo. »

«Io non me la sono presa. »

«Ero cos& #236; agitata. Credevo che lui venisse qui e cercasse di violentarmi. Ne ero sicura. »

«Esisteva il pericolo reale che venisse», osserv& #242; Bodie. «Io pure ne ero preoccupato. »

«Poi ha lasciato quel messaggio sotto la porta. Ero impietrita. Ma ho pensato: non gli permetter& #242; di distruggere la mia vita, non mi lascer& #242; terrorizzare. Cos& #236; stamattina sono uscita a comperare il fucile. Lo sistemer& #242;, pensavo. Lascialo venire. Il fucile & #232; un rimedio magico e io sono salva. Il fatto & #232; che quando sono rientrata ero sola, avevo ancora paura, maledizione. Ma non gli avrei permesso di avvicinarmi. Cos& #236; sono scesa nella lavanderia e un altro verme ha tentato degli approcci; ero cos& #236; turbata che ho pensato: & #232; lui  l’uomo delle telefonate. Allora ho portato con me un coltello quando sono tornata gi& #249;. Probabilmente lo avrei pugnalato se si fosse fatto rivedere. Sarebbe stato il colmo. Pugnalare due persone innocenti in due giorni. Potrei vedere il mio nome sul Guinness dei primati.

«Non devi essere cos& #236; dura con te stessa», le fece notare Bodie.

«No, non sai ancora il resto. Parliamo di paranoia. Quando sono andata a riprendere il bucato, mancava qualcosa. Un paio di mutandine. & #200; stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Lui non solo sa dove vivo, ma & #232; qui e mi spia, magari & #232; un inquilino dello stabile e si & #232; preso le mie mutandine. Ma ecco il punto. » La voce di Pen trem& #242;, lei gir& #242; la testa verso Bodie. Lunghe ciocche di capelli le nascondevano il viso, aveva gli occhi lucidi. «Ecco il punto essenziale. Ho sempre indossato quelle mutandine. Le portavo addosso. Nessuno le aveva rubate. Le ho portate per tutto il giorno. Anche adesso. » Lei emise un suono soffocato che poteva essere il tentativo di una risata, ma ne usc& #236; solo un singhiozzo. «Sono pazza, eh? »

«Oh, Pen», sussurr& #242; Bodie accarezzandole i capelli.

Lei si gir& #242; e gli mise le braccia al collo, asciugandosi le lacrime sul petto di lui.

«Va tutto bene», bisbigli& #242; Bodie. «Va tutto bene. » Si lasci& #242; andare contro il cuscino stringendola gentilmente. E continu& #242; ad accarezzarle i capelli e la schiena. Lei ci stava bene fra le sue braccia, meglio di Melanie. Un seno premeva contro il suo petto. Lui ordin& #242; a se stesso di ignorarlo. Bastava tenerla fra le braccia per provare un senso di calore e di pace.

«Devo dirti una cosa», sussurr& #242; Bodie, scostandola leggermente.

Pen annu& #236; e tir& #242; su con il naso, la faccia vicina alla sua, le mani sui fianchi di lui.

«& #200; tutta colpa mia», confess& #242; Bodie.

Lei scosse la testa e tir& #242; un profondo sospiro.

«In parte & #232; colpa mia», insist& #232; lui.

Lei aveva uno sguardo confuso.

«Quello delle telefonate… non & #232; mai stato qui. Ha telefonato, & #232; vero, ma non & #232; venuto qui. Ti ricordi che avevo impiegato tanto tempo per andare a prendere la pizza, l’altra sera? Non mi sono perduto. Mi sono fermato in un negozio e ho comperato un biglietto di auguri. Ho usato la busta. Sono stato io a lasciare il messaggio sotto la porta. »

«Non & #232; vero. Lo dici per farmi sentire meglio. »

«Mi dispiace. & #200; stato uno sporco trucco. »

«No, tu…»

«Sono stato io, credimi. »

«Perch& #233;? »

«Perch& #233; cos& #236; non saresti rimasta qui l’altra notte. Ho sentito la voce di quell’individuo sul nastro. Avevo paura… che venisse. Non volevo che rimanessi sola. E sapevo che eri terrorizzata all’idea di restare e che era stata Melanie a costringerti. »

Pen lo guard& #242; negli occhi.

«Uno sporco trucco», ripet& #233; Bodie. «Dovevo capirlo che ti avrei reso le cose pi& #249; difficili. Accidenti, lo sapevo. Ma non me ne importava. Volevo farti tornare a casa di tuo padre a qualunque costo. »

«Eri preoccupato per me? »

«S& #236;. »

Non aggiungere altro, si disse lui.

Mi sono spinto troppo lontano. Devo darci un taglio.

«Inoltre… non era leale. Ci avevi invitato ad alloggiare da te e capivo che era la cosa giusta da fare perch& #233; avevi offerto ospitalit& #224; per prima e avevi bisogno di averci vicino. Ho pensato subito che dovevamo restare con te, ma Melanie ha detto a Joyce che saremmo rimasti in casa. L’ha fatto solo per dispetto. »

«L’ha fatto solo per tenerti lontano da me», precis& #242; Pen.

«Lo so. E io non ti volevo lontano da me. »

«Oh, Bodie. »

«Ecco…»

«Suppongo che sia una sorpresa», osserv& #242; Pen.

«Capita», replic& #242; lui. «Melanie si presenta con un ragazzo e quello si innamora di te. So di essere un farabutto. Domattina ce ne andremo e cos& #236; tutto finir& #224;. »

Lei gli pos& #242; una mano calda sulla nuca. «Tutto finito», sussurr& #242;. «Lo so. Ma questa & #232; la nostra notte… Ti ricordi le pillole che ho dato a Melanie prima di mangiare? Era sonnifero. Molto forte. Per stanotte non si alzer& #224;. »

«Mio Dio! »

«Temevo che cercasse di sgusciar via pi& #249; tardi», spieg& #242; Pen. «Ecco perch& #233; l’ho fatto. Non per questo, non per restare soli. »

Bodie scosse la testa.

«Non & #232; peggio che aver scritto quel biglietto, non & #232; vero? »

«Meglio. » Bodie sent& #236; la propria voce che rispondeva. «Molto meglio. Siamo proprio due brave persone, tu e io. »

«Non sono certo orgogliosa di aver drogato mia sorella, ma mi mancherai tanto, Bodie. » Pen alz& #242; la faccia e lo baci& #242;.

Non dovremmo, pens& #242; lui.

La bocca di Pen era calda e umida.

Lui era intontito. Come un ragazzino del liceo che miracolosamente & #232; baciato dall’unica ragazza dei suoi sogni, la ragazza ammirata a distanza e sognata a occhi aperti. Sembrava irreale.

Lui la strinse fra le braccia, Pen lo spinse sul cuscino.

Oh, questo & #232; reale.

Il peso di Pen era reale, i suoi seni premuti contro il suo petto erano reali. E la sua bocca socchiusa, la sua lingua, il suo alito che entrava in lui.

Pen allontan& #242; la bocca. Lui aveva le labbra umide. Lei lo fissava, i suoi occhi si mossero da parte a parte per la frazione di un secondo. Lui sentiva di poter leggere in quegli occhi, ma non abbastanza profondamente. Voleva leggerle nella mente, entrare nei suoi pensieri.

«Che cosa facciamo? » sussurr& #242; Pen.

«A che proposito? »

«A proposito di noi. » Gli occhi di Pen erano cos& #236; vicini ai suoi, si muovevano solo leggermente da sinistra a destra.

«Tu che cosa vuoi fare? » chiese Bodie.

«Non & #232; cos& #236; semplice. »

«Perch& #233; no? »

«Non posso farle del male. Non voglio. »

«Lei dorme. Hai detto…»

«Che cosa succeder& #224; dopo stanotte? »

Il cuore di Bodie acceler& #242; il battito.

«Escogiteremo qualcosa», replic& #242; Bodie. La sua voce risuon& #242; disperata.

«Come? »

«Non lo so. »

«Nemmeno io», confess& #242; Pen. Si chin& #242; avanti, la fronte appoggiata alla curva del collo di lui. Bodie le sfreg& #242; la schiena.

«Non posso perderti. Per tutta la mia vita ho sognato che un giorno…»

«Pen e Bodie seduti su un albero che si baciano. »

Pen si rannicchi& #242; fra le sue braccia.

Dietro la porta, appena visibile nella penombra del corridoio c’era Melanie.

 

 

Melanie cacci& #242; una mano nella tasca dei pantaloni di fustagno e tir& #242; fuori due pillole. «Sapevo che non erano aspirine», disse con voce piatta. Fiss& #242; Pen con occhi privi d’espressione. «Mi hai dato un sonnifero. Per passare la notte con Bodie, per sedurlo. »

«Cielo! » mormor& #242; Bodie.

«Non & #232; questa la ragione», ribatt& #233; Pen. «Temevo che andassi fuori a cercare Harrison. »

«Puttana», disse Melanie, calmissima.

«Mel! » Sbott& #242; Bodie. Lei gir& #242; lentamente la testa. «Che cosa? » domand& #242;.

«Non parlare a quel modo. Lei & #232; dalla tua parte. Tutti e due siamo dalla tua parte. »

«Volete togliermi di mezzo. »

«Non essere ridicola. »

Un placido sorriso senza umorismo incresp& #242; le labbra di Melanie.

Mio Dio, pens& #242; Pen, che cosa le abbiamo fatto?

Bodie si rivolse a Pen. «Sar& #224; meglio che partiamo subito», decise. «Non credo che dobbiamo aspettare fino a domattina. La riporto subito a casa. »

«S& #236;. »

«Non possiamo partire», intervenne Melanie. «Non l’hai ancora scopata. Devi fotterla. Tutti devono fotterla. » Il modo blando in cui lo disse sorridendo, fece venire la pelle d’oca a Pen.

Bodie si alz& #242;. Gir& #242; attorno al tavolino, pass& #242; davanti a Melanie e sollev& #242; le valigie che aveva lasciato vicino alla parete quando le aveva riportate dall’auto. Melanie, in piedi immobile, lo segu& #236; con uno sguardo impassibile.

Anche Pen si alz& #242;. Rimosse la sedia dalla maniglia e apr& #236; la porta.

Bodie la guard& #242; con occhi cos& #236; angosciati che lei avrebbe voluto gettargli le braccia al collo. «Andr& #224; tutto bene», la rassicur& #242; lui.

«Non credo. »

«Le passer& #224;, quando saremo partiti. »

Davvero? Pens& #242; Pen. Non voglio e neppure tu.

«Vieni, Melanie», disse Bodie in tono gentile.

Lei avanz& #242; verso Bodie, gli occhi impassibili puntati su sua sorella. «Prima & #232; arrivato l’amore», cantilen& #242; a voce. «Poi & #232; arrivato il matrimonio e poi ecco Penny con una carrozzina per bambini. »

«Arrivederci», salut& #242; Bodie.

Pen rispose con un cenno del capo.

Poi i due uscirono. Pen dalla balconata osserv& #242; sua sorella seguire Bodie fino alle scale, scendere. Quando furono fuori dalla vista, sent& #236; aprire e chiudere il cancello di ferro. Allacci& #242; le braccia sui seni per trovare un po’ di calore nel freddo della notte. Un& #236; le gambe nude. E serr& #242; i denti perch& #233; non battessero.

Segu& #236; il rumore lontano del furgone che partiva.

Ecco, pens& #242;. Se ne vanno.

«Ehi, bambola, ti riscaldo io», grid& #242; Manny dalla porta del suo appartamento.

Lei non si sent& #236; n& #233; offesa n& #233; minacciata. Non provava niente per Manny. Non era importante.

Rientr& #242; in casa e chiuse la porta. Fece scorrere la catena e guard& #242; la sedia che aveva messo contro la maniglia.

Che importa?

Non aveva paura. Pens& #242; vagamente che doveva essere contenta di non aver pi& #249; paura, ma non era pi& #249; importante.

Inser& #236; la spina del telefono in cucina nella presa a muro.

Lascia pure che il bastardo chiami, pens& #242;. Non pu& #242; turbarmi.

Pietre e bastoni possono rompermi le ossa, ma le parole…

Pen e Bodie seduti su un albero che si baciano.

Le parole non possono ferirmi.

Come mai tutto & #232; andato cos& #236; storto?

Sono partiti. Non rivedr& #242; pi& #249; Bodie. Melanie mi odia a morte. Lei crede che… Ha ragione.

Bodie. Oh Dio, Bodie.

Vag& #242; in camera da letto e accese la luce. Desiderava sdraiarsi, dormire, dimenticare.

Neanche le nove.

Le nove. Avevano saltato le ore di visita all’ospedale.

Quel giorno non aveva pensato neppure per un momento a suo padre.

Vado a trovarlo domani, promise a se stessa.

In bagno, si lav& #242; i denti e la faccia. Poi torn& #242; nella camera. Si spogli& #242;, ultime le mutandine.

Nessuno le aveva prese. Tutto nella mia testa.

Non dobbiamo temere nessuno tranne noi stessi.

Lasci& #242; cadere l’indumento sul pavimento, spense l& #224; lampada e s’infil& #242; tra le lenzuola. Dapprima erano fredde sul corpo nudo, poi calde.

Pens& #242; a Bodie che guidava nella notte, con Melanie silenziosa sul sedile dei passeggeri. Lui cercava di scusarsi? Melanie lo ascoltava? Oppure era distante, persa nel suo mondo interiore?

Non essere troppo dispiaciuta per lei, concluse Pen. Anche Bodie e io abbiamo il nostro mondo di dolore, tutto perch& #233; non volevamo farle male.

Ma l’abbiamo offesa e ferita.

E anche noi.

Maledizione.

Perch& #233; non ha preso le pillole?

Forse & #232; meglio cos& #236;. Se avesse dormito, Bodie e io… avremmo finito con il fare l’amore.

Probabilmente.

Senza probabilmente.

Non pensarci. Non pensarci proprio.

Tir& #242; gi& #249; il secondo cuscino e se lo strinse sui seni.

Ricordava la sensazione di baciare Bodie.

 

La lancetta della benzina del furgone di Bodie indicava che c’era solo un quarto di carburante. Lui procedeva verso sud in Robertson Boulevard. Se ricordava correttamente, mancavano solo un paio di chilometri alla rampa d’ingresso della Santa Monica Freeway. Una volta in autostrada, fermarsi a far benzina sarebbe diventato un problema.

Mentre aspettava a un semaforo, vide una stazione di servizio sull’altro lato dell’incrocio.

Scatt& #242; il verde. Bodie pass& #242; l’incrocio e svolt& #242; nella stazione di servizio. Si ferm& #242; accanto alle pompe. Lev& #242; la chiavetta dell’accensione. Girandosi sul sedile sbirci& #242; nel buio del fondo del veicolo e disse: «Torno fra un minuto».

Melanie non rispose.

E se non era l& #224; dietro?

Doveva esserci. Bodie sapeva che avrebbe sentito aprirsi le portiere, se lei avesse cercato di sgattaiolare via.

Ma lui si pose la domanda.

Accese la luce e vide Melanie distesa sul sacco a pelo, le mani allacciate sul ventre. «Stai bene? » le chiese.

Lei non parl& #242; e non si mosse.

«Non prendertela», aggiunse lui. «D’accordo? Non & #232; successo niente fra me e Pen. Inutile rimuginarci sopra. »

Lei non rispose.

Bodie scese dal furgone. Mise la chiave nella tasca dei pantaloni e tir& #242; fuori il portafoglio mentre si avvicinava all’ufficio della stazione. Camminando, guard& #242; dietro un paio di volte.

In realt& #224; non si aspettava che Melanie scattasse all’improvviso, ma ultimamente la ragazza aveva compiuto un sacco di gesti imprevedibili.

Inser& #236; la carta di credito nella fessura sotto il divisorio di vetro. L’uomo dall’altra parte la raccolse. Bodie gli disse il numero della pompa che voleva usare, poi si diresse verso il veicolo.

Anche se non aveva mai perso d’occhio il furgone, decise di assicurarsi ancora una volta che Melanie fosse nell’interno, prima di ripartire.

Non va da nessuna parte, pens& #242;. & #200; sotto choc.

Infil& #242; il becco della pompa nel serbatoio e tenne abbassata la leva.

Domani probabilmente le sar& #224; passata. Forse mi pianter& #224;, cos& #236; mi risparmia il disturbo.

Quando il serbatoio fu riempito, Bodie riattacc& #242; la pompa al suo posto, avvit& #242; il tappo e ritorn& #242; verso l’ufficio.

Manca meno di un mese alla fine del semestre. In un modo o nell’altro per allora avremo troncato e io torner& #242; da Pen.

Bodie riprese la sua carta di credito, firm& #242; il modulo. Stacc& #242; la ricevuta del cliente e lasci& #242; cadere il resto nell’apposita fessura. L’uomo del distributore lo ringrazi& #242;.

Torn& #242; indietro verso il furgone.

Sal& #236; al volante, accese la luce e controll& #242; dietro. Melanie giaceva l& #224; come prima. Sembrava che non avesse mosso un muscolo per tutto il tempo che lui aveva impiegato a riempire il serbatoio.

Spense la luce, tir& #242; fuori le chiavi e avvi& #242; il motore.

Con un po’ di fortuna, pens& #242;, lei se ne star& #224; buona e tranquilla l& #224; dietro per tutto il viaggio.

Bodie prosegu& #236; su una via laterale, si ferm& #242; all’angolo, poi svolt& #242; a destra su Robertson Boulevard. Di nuovo nel viale, si chiese se doveva svoltare a destra o a sinistra quando avesse raggiunto l’autostrada.

Bastava aspettare i cartelli.

Qualsiasi strada vada a est… non devi finire davanti all’oceano.

Forse per l’estate ci sar& #224; un appartamento libero nello stabile di Pen.

Si ferm& #242; ad aspettare il verde.

La questione reale & #232;: ce la far& #242; ad aspettare che finisca il semestre?

Sent& #236; un leggero movimento alle sue spalle.

Perlomeno Melanie non era paralizzata.

Potrei andare a trovarla durante il week-end. Appena chiarita la situazione con Melan…

Un dolore atroce esplose nella testa di Bodie.

 

Pen si svegli& #242; di soprassalto tremando e respirando a fatica, con il cuore che martellava.

Un campanello.

Qualcuno alla porta?

Suon& #242; di nuovo.

Il telefono?

Scese dal letto e corse nella stanza, timorosa che il suono cessasse prima che lei raggiungesse l’apparecchio.

Chi poteva essere?

Sper& #242; che fosse Bodie. Poteva essere chiunque.

L’uomo delle telefonate oscene. Harrison o Joyce. L’ospedale. Mio Dio, fa’ che non siano cattive notizie.

Forse hanno sbagliato numero.

Il telefono squill& #242; di nuovo.

Il corridoio era illuminato debolmente dalla lampada in soggiorno che lei non s’era curata di spegnere.

Sbatt& #233; la mano contro lo stipite della porta della cucina per fermarsi, gir& #242; l’angolo e sollev& #242; la cornetta…«Pronto. »

«Sei tu, vero? »

Pen conosceva la voce. La sua pelle parve accartocciarsi. La sent& #236; formicolare.

«Niente segreteria, stavolta? »

«No. »

«Sai chi sono? »

«Che cosa vuoi? » domand& #242; Pen con voce tremante.

«Voglio parlare. Mi sei mancata. Sei stata via? »

Riappendi, pens& #242; lei. Ma se lo faccio, lui richiamer& #224;.

O verr& #224; qui. Sa che sono in casa.

Pen si ricord& #242; del fucile. L’aveva lasciato in soggiorno, appoggiato contro il muro vicino alla porta, dietro le tende.

Lascialo venire. Fagli una bella sorpresa.

«Oppure avevi paura di rispondere al telefono? Non avrai paura di me, eh, dolcezza? »

«Perch& #233; dovrei aver paura? » ribatt& #233; Pen, cercando di tener ferma la voce.

Lui rise. Una risata quieta e sicura che le diede una stretta allo stomaco.

«Speravo che richiamassi», disse Pen.

«Davvero? »

«Le cose che hai detto… Ho ascoltato tante volte il nastro. Mi piace. »

«Ti eccita? »

«Certo. Mi sto eccitando anche ora. »

«Che cosa indossi? »

Niente. Pen avrebbe voluto prendere la vestaglia mentre si precipitava al telefono.

«Jeans e maglietta. »

«Hai il reggiseno? » sibil& #242; lui.

Per poco non rispondeva di s& #236;. Avrebbe voluto portare il reggiseno. Avrebbe voluto essere completamente vestita. Non si era mai sentita cos& #236; esposta e vulnerabile.

Non mollare, si disse.

Con un brivido rispose: «No».

«Favoloso. Una maglietta senza reggiseno. Mi pare di vederla. Sicuro. Oh, il mio cazzo si sta ingrossando, diventa caldo. Sai che cosa vorrei fare? Sollevarti la maglietta e succhiarti le tette. »

«Vuoi che me la levi? » chiese Pen.

«Oh, s& #236;. »

Che diavolo sto facendo? Si chiese lei. Sono impazzita? «Ecco, l’ho levata. »

Lui sospir& #242;. «I tuoi capezzoli sono duri? »

Lei guard& #242; gi& #249;. Erano duri. Ma non per il desiderio. «S& #236;, sono duri», rispose.

«Mi piacerebbe sfregarci sopra il mio cazzo. A te piacerebbe? »

«Certo. »

«Oh, lo so, lo so. Non ti toglieresti anche i pantaloni? »

«Solo un secondo. »

«E le mutandine. Ti voglio nuda. »

Pen sent& #236; il respiro aspro all’altro capo del filo. Mentre ascoltava, si appoggi& #242; allo stipite. Sfreg& #242; le gambe fredde e guardandole si accorse di avere la pelle d’oca.

«Va bene», disse. «Sono nuda. E tu? »

«Naturale. Il mio cazzo & #232; grosso grosso. Lui ti vuole. »

«Lui? »

«Spike. »

Quasi divertente, pens& #242; Pen. Il verme ha dato un nome al suo pene. Un nome da cane, Spike.

«Scommetto che Spike & #232; grosso e poderoso», riprese Pen. «Mi piacerebbe sentirlo. » Sent& #236; le proprie parole come in sogno. Non sono io, pens& #242;, & #232; un personaggio di una delle mie storie che parla con un pazzo.

«Che cosa vorresti fare con lui? »

«Vorrei accarezzarlo. A lui piace essere accarezzato, ci scommetto. »

«Oh, s& #236;. »

«Poi lo succhierei. »

«Oh, tesoro! »

«Succhierei Spike e dopo inghiottirei ogni goccia, prima di pulirlo con la lingua. »

Sono pazza come lui.

C’& #232; del metodo nella mia pazzia.

«Ti piacerebbe? » chiese Pen con voce rauca.

«S& #236;, s& #236;. E dopo? »

«Vuoi proprio saperlo? »

«Dimmelo. »

«Perch& #233; non vieni qui a scoprirlo? »

«Prima dimmelo. »

«Ti cospargo con il miele, e anche tu fai la stessa cosa, finch& #233; siamo tutti e due unti e appiccicosi. Poi ci lecchiamo a vicenda finch& #233; il miele & #232; sparito. Allargo le gambe e…»

«S& #236;, s& #236;! »

«Dio, che caldo. Non parliamo di questo. »

«Ti prego. »

«Voglio che tu mi prenda. Spike dentro di me. Lo desideri anche tu, vero? »

«S& #236;! »

«Allora vieni. »

«Che cosa? »

«Adesso, subito. »

Segu& #236; un silenzio rotto solo dal respiro ansante dell’uomo.

«O sei uno di quelli a cui piace solo parlare? Tutte parole e niente fatti? »

Lui rise, la stessa risatina di prima simile a un fruscio di carta. «Te ne accorgerai, dolcezza. Ti spremer& #242;, ti far& #242; saltare il cervello. »

«Allora vieni qui e fallo. Basta con le chiacchiere. »

Altro respiro.

Cielo, davvero ho intenzione di fargli esplodere la testa?

Sicuro, puoi scommetterci.

Pallottole magnum.

Non posso.

No?

«Vieni, tesoro», bisbigli& #242; Pen. «Sono tutta bagnata. Ti voglio. Devo averti, vieni! »

«Va bene, va bene. D’accordo. Dimmi solo dove abiti. »

Che cosa?

«Lo sai dove abito. »

«Dimmelo. »

«Il mio indirizzo & #232; sull’elenco telefonico. »

«E il nome? »

«Non sai il mio nome?! » fece Pen stralunata.

«Accidenti, no. Ho composto dei numeri a caso e li ho trascritti per poterti richiamare, ma…»

Pen sbatt& #233; gi& #249; la cornetta. Tir& #242; la base di plastica e stacc& #242; il telefono dal muro.

Per un lungo momento rimase appoggiata alla porta ansando, le braccia incrociate sui seni, le gambe unite. Tremava. Capiva di dover provare sollievo, quasi un trionfo.

E invece aveva la nausea.

La consapevolezza che un uomo simile era l& #224; fuori. Se avesse cambiato il numero di telefono lui sarebbe uscito dalla sua vita per sempre.

La consapevolezza di ci& #242; che gli aveva detto.

Sporcizia.

E, peggio di ogni cosa, il fatto che lei aveva tentato di farlo venire a casa.

Per ucciderlo con il fucile.

Si sentiva insudiciata.

Si scost& #242; dal muro e con le gambe tremanti percorse il corridoio fino al bagno.

 

Bodie si risvegli& #242; e gemette per il gran dolore alla testa. Aveva l’impressione di avere le palpebre incollate, temeva che, se le sollevava, gli occhi gli schizzassero fuori per la pressione che sentiva dietro.



  

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