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Richard Laymon 5 страница



Melanie ricevette abbraccio e bacio restando immobile con le braccia penzoloni. Non oppose resistenza, li accett& #242; come una bambina salutata da una parente lontana e noiosa.

Concluse le effusioni, Joyce scosse la testa. «& #200; terribile. Sono contenta che siate qui. »

«Melanie & #232; arrivata ieri sera», spieg& #242; Pen. Si guard& #242; attorno e soggiunse: «Questo & #232; il suo ragazzo, Bodie».

«Lieto di conoscerla», disse Bodie e si fece avanti per stringere la mano della donna.

La matrigna aveva l’et& #224; giusta per essere una sorella maggiore e aveva i lineamenti e il fisico da modella. In quel momento portava una tuta sportiva bianca allacciata in vita. La tuta aveva tasche con la lampo ai seni e alle cosce, e una pi& #249; lunga sul davanti. Ciascuna lampo aveva una linguetta dorata.

La donna aveva una sottile catena d’oro al collo.

Era leggermente abbronzata, aveva guance rotonde, grandi occhi e sottili sopracciglia, un po’ pi& #249; scure dei capelli biondi. I capelli erano tagliati alla maschietta e mettevano in mostra le orecchie. Portava dei grandi orecchini.

Whit, era chiaro, era stato un uomo molto fortunato, prima di quella notte.

«Entrate, vi prego», invit& #242; Joyce.

Precedette gli ospiti attraverso un foyer a mattonelle rosse. Nonostante la tuta fosse comoda, la donna camminava tendendo la stoffa sulle natiche.

Nel soggiorno un magnifico tappeto dello stesso color borgogna della camicetta di Pen. Sul divano era seduto un uomo, che si alz& #242; quando entrarono.

Melanie si ferm& #242; di botto.

«Harrison», disse Pen a voce bassa.

«& #200; stato un tesoro in questa occasione», intervenne Joyce.

«Pen», disse l’uomo, poi prese la mano della ragazza e le diede un colpetto. «Mi dispiace tanto. »

Lei ritrasse la mano.

Harrison si rivolse a Melanie, scuotendo la testa. Le prese la mano e gliela strinse. «Una cosa terribile», mormor& #242;. «Terribile. »

«Questo & #232; il ragazzo di Melanie, Dobie», present& #242; Joyce.

«Bodie», la corresse lui e strinse la mano a Harrison.

L’uomo aveva una stretta salda. Era pi& #249; alto di Bodie. Magro, ma con solidi muscoli sotto la polo. Bodie gli strinse la mano un po’ pi& #249; energicamente del necessario. «Harrison Donner», si present& #242; l’altro. «Sono il socio di Whit e un vecchio amico di famiglia. »

Il vecchio amico di famiglia non doveva avere pi& #249; di trent’anni.

«Lieto di conoscerla», disse Bodie, infondendo alla sua voce un vigore eccessivo.

L’uomo aveva un atteggiamento sicuro e calmo, ai limiti dell’arroganza.

Sono sicuro che & #232; un individuo formidabile, pens& #242; Bodie. Un vero uomo.

Senza dubbio era il proprietario della Mercedes parcheggiata fuori, sebbene una Porsche sembrasse pi& #249; appropriata.

«Perch& #233; non ci sediamo e ci mettiamo comodi? » sugger& #236; Joyce. «Vado a preparare il caff& #232;. » La donna usc& #236;.

Harrison riprese il suo posto sul divano. Pen si guard& #242; attorno nella stanza finch& #233; lui fu seduto, poi and& #242; all’estremit& #224; opposta del divano. Bodie prese posto su una poltroncina imbottita. Melanie sedette sul tappeto ai suoi piedi. Gli appoggi& #242; un braccio sul ginocchio e lui glielo accarezz& #242;.

«Siete stati all’ospedale? » s’inform& #242; Harrison.

«S& #236; », rispose Pen.

«Joyce e io abbiamo assistito all’operazione. Lei si & #232; comportata proprio bene, date le circostanze. »

Con l’altra mano, Melanie copr& #236; quella di Bodie, e la premette dolcemente.

«Eri presente all’incidente? » volle sapere Pen.

Harrison scosse la testa. «Joyce mi ha telefonato dal Pronto Soccorso. Prima ti aveva chiamato, ma evidentemente non c’era in casa nessuno, perci& #242; ha lasciato un messaggio sulla segreteria telefonica. Aveva bisogno di avere vicino qualcuno. »

«Perci& #242; ha chiamato te», osserv& #242; Melanie.

«Tu non eri disponibile, signorina. Infatti Joyce ti ha chiamato al numero di Phoenix, ma inutilmente. »

«Probabilmente eravamo gi& #224; in viaggio», disse Bodie.

Harrison parve perplesso.

Entr& #242; Joyce con un vassoio d’argento. Lo pos& #242; sul tavolino davanti a Harrison e cominci& #242; a versare il caff& #232; nelle tazzine. Compiuta l’operazione, chiese chi voleva latte e zucchero. Nessuno. Lei distribu& #236; le tazzine. Tremava tanto da farle sbattere sui piattini.

Ne prese una per s& #233; e sedette su una sedia accanto a Pen, lontano da Harrison quanto lo permetteva la disposizione dei mobili.

Per Bodie, la scelta aveva un significato di colpevolezza.

Chiaro che la donna immaginava che impressione avesse fatto alle due sorelle trovarla in casa con Harrison.

Bodie si sent& #236; dispiaciuto per lei.

Harrison aveva sempre un’espressione perplessa. Si rivolse a Pen. «Fammi capire se afferro la sequenza degli avvenimenti. Melanie e il suo ragazzo erano gi& #224; in viaggio per Los Angeles quando Joyce ha tentato di telefonare. Pertanto, tu hai telefonato a tua sorella con la notizia dell’incidente. Dimmi, allora, dove sei stata fino allora? Non eri preoccupata delle condizioni di tuo padre? »

«Harrison, smettila», intervenne Joyce.

Pen parve grata per l’aiuto inaspettato. «Il fatto & #232; », disse, «che non ho ricevuto il messaggio fino a stamattina. » Corrug& #242; la fronte in direzione di Harrison. «Non capisco perch& #233; ne discutiamo. Quello che conta in realt& #224; & #232; pap& #224;. Voglio dire, Mel e io non sappiamo neppure come & #232; stato investito. » E rivolgendosi a Joyce soggiunse: «Eri con lui? »

La donna annu& #236;.

«Di questo ne parleremo a suo tempo», riprese Harrison. «Vorrei capire come Melanie ha saputo dell’incidente, se tu non glielo hai detto ieri sera. »

«Perch& #233; t’interessa tanto? » domand& #242; Melanie.

«Diciamo che le incoerenze mi impensieriscono. Sono un avvocato, dopo tutto. Dedico la maggior parte del mio tempo ad analizzare le incoerenze. & #200; cos& #236; che si scopre la verit& #224;. »

«Vuoi la verit& #224;? »

Harrison annu& #236;.

«L’ho visto accadere. »

«Oh! »

«Ho avuto una visione. »

«Fammi capire, stiamo parlando di telepatia o cose del genere? »

«Esatto», conferm& #242; Melanie.

«E la tua visione ti ha spinto a compiere questo lungo viaggio? »

«Prima ha telefonato», intervenne Bodie. «In casa non c’era nessuno. »

Harrison si sporse in avanti, appoggi& #242; i gomiti sulle ginocchia e fiss& #242; la ragazza. «Sorprendente», disse. «A che ora hai avuto la visione? »

Melanie si strinse nelle spalle.

«Fra le cinque e le nove», rispose per lei Bodie. «Vale a dire fra le quattro e le otto, ora del Pacifico. »

Harrison inarc& #242; un sopracciglio e guard& #242; Joyce.

«& #200; proprio quando & #232; successo», conferm& #242; Joyce. Sembrava leggermente spaventata.

«Che cosa hai visto, esattamente? »

«Ho visto pap& #224; che veniva investito da un’auto. »

«Puoi descrivere la macchina? »

«Credo di no. »

«Il conducente? »

Melanie scosse la testa.

«Peccato che la tua visione non fosse pi& #249; dettagliata. Queste informazioni non sarebbero da tenere in considerazione, ma se si potesse stabilire l’identit& #224; del guidatore, potremmo trovare prove sufficienti a inchiodarlo. Detesto l’idea che qualcuno se la cavi dopo quanto & #232; accaduto. »

Pen si rivolse a Joyce. «Tu eri l& #224;. Hai visto che cosa & #232; successo? »

«Non molto bene. Era buio e pioveva. Quello che so per certo & #232; che si trattava di un’auto sportiva. Non mi ricordo neppure il colore. »

«Non hai preso il numero di targa? »

«& #200; successo cos& #236; in fretta. »

«Come  & #232; successo? » volle sapere Melanie.

«Eravamo andati a cena da Gerard’s. »

«Un locale di Beverly Hills», spieg& #242; Harrison. «Sul Ca& #241; on. »

Pen annu& #236;. «Ci sono stata. & #200; il ristorante preferito di pap& #224;. »

«Ci siamo andati quest’anno per il tuo compleanno», riprese Joyce. «Ti ricordi dove aveva parcheggiato? »

«Nel parcheggio della banca di fronte. »

«& #200; l& #224; che ha parcheggiato ieri sera. Mette sempre la macchina in quel punto, quando andiamo da Gerard’s. » Joyce guard& #242; Harrison. «Whit preferiva percorrere qualche isolato a piedi piuttosto che lasciare l’auto nelle mani di un addetto al parcheggio. »

«Non lo sapevo», disse Harrison.

«Relitti della societ& #224; », aggiunse Pen, citando probabilmente suo padre.

«A ogni modo, poich& #233; pioveva, lui mi ha lasciato fuori dal ristorante. Gli ho detto che poteva farsi portare la macchina dal ragazzo del locale. Pioveva, si sarebbe inzuppato. Ma lui ha replicato: ‘La pioggia si asciuga. Non ho nessuna intenzione di affidare la mia macchina a quel cretino’. Comunque, io sono uscita e sono rimasta ad aspettarlo sotto la pensilina. Lui aveva parcheggiato dietro la banca. & #200; proprio all’angolo. La banca, non il parcheggio. Questo & #232; sul retro. Credo che non abbia voluto andare fino all’angolo e usare il passaggio pedonale perch& #233; era fuori strada. Cos& #236; ha attraversato. Il semaforo all’angolo era rosso e non c’erano auto. Non in senso contrario, comunque. Poi all’improvviso questa macchina lo investe. » Joyce serr& #242; le labbra in una linea sottile e fiss& #242; la tazzina del caff& #232; che teneva sulle ginocchia. Quando riprese a parlare, la sua voce era pi& #249; acuta di prima e tremava. «Non ho visto l’auto finch& #233; non lo ha colpito. Mi pare che stessi guardando da un’altra parte. L’ho visto scendere dal marciapiede, non c’era traffico, e poi ho sentito un colpo spaventoso, ho guardato e lui stava rotolando sopra questa macchina sportiva. L’auto non ha neppure rallentato dopo averlo investito. Whit… giaceva sulla strada, era scattato il verde, altre auto cominciavano ad avanzare verso di lui. Sono corsa fuori e… nessuna lo ha colpito. Io agitavo disperatamente il braccio. »

«Dio santissimo! » mormor& #242; Pen.

«Nessuno nelle altre auto ha visto quando & #232; stato investito? » domand& #242; Bodie.

«Non lo so. Le prime hanno rallentato, mi sono passate di fianco e hanno proseguito. Tre o quattro. Poi qualcuno si & #232; fermato, ma non aveva visto niente. »

«E l’addetto al parcheggio o il portiere del ristorante? » chiese Pen.

«Non hanno visto. Il portiere stava facendo entrare alcuni clienti e i ragazzi del parcheggio erano occupati a sistemare le vetture. A ogni modo, qualcuno ha chiamato la polizia, credo. Sono arrivati, gli agenti e un’ambulanza. » Joyce sospir& #242; profondamente. Rimase silenziosa per qualche secondo fissando la tazzina del caff& #232;, poi disse: «& #200; cos& #236; difficile credere che una cosa simile sia potuta accadere! »

«Come? » insist& #232; Melanie. «Quell’auto che sbuca dal nulla…»

«Indubbiamente ha fatto una curva dal Ca& #241; on», ragion& #242; Harrison, «e il conducente l’ha visto quando era troppo tardi. »

«Bastardo», sussurr& #242; Melanie. «Non se la caver& #224;. »

 

 

«Lui… o lei», osserv& #242; Harrison. «Pu& #242; darsi che perda il sonno per questa faccenda, sempre che non sia stato troppo ubriaco per accorgersi di quanto succedeva, ma se qualcuno non ha preso il numero di targa, se la caver& #224; tranquillamente. Mi sono occupato di parecchi casi che si riferivano ad auto pirata. Senza il numero di targa, si fa un buco nell’acqua. »

«Non m’importa chi & #232; stato», confess& #242; Joyce. «Voglio dire, m’importa, ma…»

«Dovrebbe importarti», la interruppe Harrison. «A parte le conseguenze penali e il ritiro della patente, stiamo parlando di un caso di proporzioni sensazionali. Ammettendo che il guidatore fosse assicurato…»

«Come fai a pensare in termini legali in questo momento? Whit giace in una stanza d’ospedale, mezzo…» La donna non fin& #236; la frase.

Mezzo morto, concluse Bodie per lei. O per tre quarti? Sette ottavi? La frase gli si rigir& #242; nella mente.

«Scusami», disse Harrison. «Non avrei dovuto parlarne. & #200; un punto discutibile, comunque. Probabilmente non sapremo mai chi era il conducente. »

Joyce si port& #242; la tazzina alle labbra e bevve un sorso di caff& #232;. Chiaro che la bevanda era diventata fredda, ormai. La donna fece una smorfia, si alz& #242; dalla sedia e and& #242; a posare la tazzina sul tavolo. Tornando al suo posto, riusc& #236; a sorridere e si rivolse a Melanie: «Spero che tu non voglia tornare subito a scuola».

«Non subito», rispose Melanie. «Voglio restare finch& #233; …» La ragazza scroll& #242; le spalle. «Non abbiamo ancora deciso, ma non posso certo andarmene con pap& #224; in queste condizioni. Forse Bodie dovr& #224; rientrare, ha ottenuto una supplenza…»

«Posso fare in modo che qualcuno si occupi delle mie classi», disse lui. «Per alcuni giorni, almeno. »

«Qui ci sono tante stanze», sugger& #236; Joyce.

Bodie ripens& #242; all’invito di Pen. Avrebbe preterito fermarsi a casa sua, non c’era dubbio. «Non saprei», disse.

«Nessun disturbo, credetemi. Non potete andare in un motel. Sono sicura che Whit non lo permetterebbe, se fosse qui. Finch& #233; restate in citt& #224;, questa & #232; casa vostra. D’accordo? »

«D’accordo», acconsent& #236; Melanie. «Grazie. »

Pen abbass& #242; gli occhi. Sembrava offesa di essere stata ignorata, ma non lo disse.

Bel colpo, Mel.

«Avete mangiato? » s’inform& #242; Joyce.

«Abbiamo fatto colazione da Pen», rispose Bodie.

«Voi due dovete essere esausti. Forse volete rinfrescarvi. »

«Io non vedo l’ora di dormire», dichiar& #242; Melanie.

«Bene, allora perch& #233; non andate a riposare? Avete con voi la vostra roba? »

«Fuori, nell’auto», disse Bodie.

«Okay. Harrison, perch& #233; non dai una mano ai ragazzi a portare i bagagli? Io vado a prendere lenzuola e asciugamani puliti. »

«Pen, tu rimani? » domand& #242; Bodie.

«Be’…»

«Non c’& #232; bisogno di scappar via», intervenne Joyce. «E poi sono sicura che avrai un sacco di cose da raccontare a tua sorella. »

Pen esit& #242;.

«Non vorrai restare sola», le ricord& #242; Bodie.

«No, suppongo di no. » Pen annu& #236; a Joyce. «Se non ti dispiace, vorrei riposare anch’io. & #200; stata una notte difficile. »

«Siamo d’accordo, dunque», approv& #242; Joyce con un cenno del capo.

«Vi do una mano per i bagagli», si offr& #236; Harrison.

«Non occorre», replic& #242; Bodie. «Non abbiamo portato molta roba. »

«Allora io vado», decise Harrison.

Bodie si aspettava che Joyce protestasse. Sembrava che la donna volesse trattenere tutti nella casa. Ma lei si alz& #242; quando Harrison lo fece e disse: «Grazie di tutto. Non so che cosa avrei fatto».

«Chiama, se hai bisogno di me. »

«Lo far& #242;. Grazie ancora. »

«Tornerai a trovare Whit, stasera? » domand& #242; Harrison.

Joyce annu& #236;.

«Tienimi informato. »

«Certamente. »

«Sono sicuro che tutto si risolver& #224;. Lui non & #232; tipo da arrendersi per cos& #236; poco. »

Si salutarono tutti e Harrison si volt& #242;. Joyce non lo accompagn& #242; alla porta.

 

Joyce sporse la testa dalla porta della camera da letto. «Ho messo gli asciugamani puliti in bagno. Se avete bisogno di qualcosa che non riuscite a trovare, fatemi un fischio. »

«Grazie», disse Bodie.

Joyce se ne and& #242;. «Questa era la tua camera? » domand& #242; Bodie.

«Un tempo, per& #242; i mobili sono nuovi. »

«Bene. Scommetto che tu non avevi un letto cos& #236;. » Era un letto strano, diverso da quelli che Bodie aveva visto, un letto a una piazza con uno spazio sotto per un secondo letto. Avevano tirato fuori il letto gemello. Joyce aveva mostrato loro come dovevano fare per sollevarlo a livello del primo. «Meno male che non ha pensato di farci dormire separati. »

«Lei sa che vivo con te. »

«Per& #242;, certe persone…»

«Joyce non & #232; mia madre. »

«& #200; simpatica. »

Melanie inarc& #242; un sopracciglio. Prese un sacchetto di pelle dalla valigia e annunci& #242;: «Torno fra un minuto».

Bodie sedette sul letto, si sfreg& #242; la faccia. Si sentiva debole, con un po’ di nausea. Con il sonno tutto sarebbe passato. E dopo avrebbe affrontato con calma quella faccenda. Stavano succedendo tante cose. Troppe, voleva pensarci con la mente riposata.

Riapparve Melanie.

«Devi usare il bagno? »

«S& #236;. »

«& #200; in fondo al corridoio. »

Lui si alz& #242; lentamente e si chin& #242; sulla sua valigia per prendere lo spazzolino da denti e il dentifricio.

«Quando ci passi davanti», sugger& #236; Melanie, «Da’ un’occhiata alla camera matrimoniale. »

Lui fece come gli aveva chiesto. In bagno si lav& #242; i denti, la faccia e us& #242; la toilette. Poi torn& #242;.

Melanie chiuse la porta. «Hai visto il letto? »

«S& #236;. C’& #232; qualcosa di speciale? »

«Non era stato rifatto. »

«No. » Le coperte e le lenzuola erano ammucchiate ai piedi del letto. «E con questo? »

«Chi l’ha usato? Peggio ancora: quando? »

«Non lo so. »

«Cerca d’immaginarlo. »

Bodie sedette e si lev& #242; le scarpe. Una sensazione meravigliosa, quella di levarsi le scarpe. Non s’era accorto di quanto fossero caldi e indolenziti i suoi piedi. «Non deve essere cos& #236; per forza. Joyce e tuo padre potrebbero essere stati a letto prima di uscire per andare al ristorante. »

«Ne dubito. »

Lui si sfil& #242; i calzini umidi e sospir& #242;. «O forse Joyce ha fatto un sonnellino dopo essere tornata a casa dall’ospedale. »

«& #200; tornata con Harrison. Hanno usato il letto la notte scorsa. Il letto di pap& #224;. »

Bodie scosse la testa stancamente. «E ha lasciato il letto sfatto perch& #233; tutti lo vedessero? »

«Non sapeva che saremmo arrivati», gli ricord& #242; Melanie.

«Non lo avrebbe lasciato a quel modo. Non se a letto c’era stata con Harrison. Anche se non l’ha rifatto subito, avrebbe trovato un pretesto per riordinare dopo che siamo arrivati. O almeno avrebbe chiuso la porta. »

«Non necessariamente. »

Bodie si strinse nelle spalle. «Se lo dici tu…» borbott& #242; togliendosi la camicia. «Ma io credo che avrebbe fatto di tutto per nascondere la cosa, ti pare? »

«Sei tu che la pensi cos& #236;. »

Lui si slacci& #242; i pantaloni, si alz& #242; e se li sfil& #242; insieme con gli slip. Emerse dagli indumenti e s’infil& #242; fra le lenzuola fresche e morbide.

Diavolo, pens& #242;, probabilmente l’hanno fatto. Una sporca faccenda, ma probabilmente l’hanno fatto. Forse lo facevano da parecchio tempo alle spalle di Whit. Oppure Joyce aveva bisogno di conforto, l’altra sera, e Harrison si & #232; sentito obbligato a consolarla.

Melanie si sfil& #242; la camicetta, slacci& #242; il reggiseno. I suoi piccoli seni, pi& #249; scuri sui capezzoli, si vedevano sotto la stoffa trasparente.

E Bodie ricord& #242; Pen nell’auto, l’apertura fra i bottoni, gli sguardi furtivi al suo seno.

Prov& #242; un certo calore. Le lenzuola si sollevarono fra le gambe, perci& #242; si gir& #242; sul fianco.

Melanie si slacci& #242; i pantaloni.

«Sai», osserv& #242; Bodie, «Pen ci aveva invitato a stare a casa sua. »

«Non ha posto. »

«Ha un letto grande e lei si era offerta di dormire sul divano. »

«Pen non sarebbe stata comoda sul divano. » Melanie appese la camicetta e i pantaloni sullo schienale di una sedia. Poi si volt& #242; a guardare Bodie. «Preferivi alloggiare da lei? »

«& #200; tua sorella. E io sono un po’ sorpreso che tu abbia voluto restare sotto lo stesso tetto di Joyce, a giudicare da ci& #242; che provi nei suoi confronti. »

«Forse voglio tenerla d’occhio. »

«Dubito che inviti Harrison, con noi in casa. »

«Sgualdrina. » Melanie si lev& #242; reggiseno e mutandine. Con addosso soltanto il suo nastro di velluto al collo, si avvicin& #242; ai piedi del letto. Bodie la osserv& #242; strisciare sul materasso, tirare indietro la coperta e il lenzuolo e coprirsi. Rimase supina fissando il soffitto.

«Credo proprio che Pen desiderasse che restassimo con lei», disse Bodie.

«Allora doveva dirlo. »

«Aveva gi& #224; fatto l’invito. »

«Saremmo inciampati l’uno nell’altro in una casa cos& #236; piccola. »

«Non dimentichi qualcosa? »

«Non saprei. »

«Le telefonate. »

«Figurati. Qualche ridicola telefonata. »

«Hanno sconvolto tua sorella. Credo che sia spaventata e non la biasimo. Io sarei nervoso a restare in casa da solo, al suo posto. »

Melanie volt& #242; la testa. Lo fiss& #242; attraverso i letti uniti. «Tu vuoi solo vederla in camicia da notte. »

«Anche questo», ammise lui, e sorrise.

Melanie non sorrise.

Bodie strisci& #242; attraverso il letto e la baci& #242;. «Dormi tranquilla», sussurr& #242;, poi torn& #242; a girarsi e chiuse gli occhi.

 

Quando si svegli& #242;, Pen sollev& #242; la faccia dal cuscino caldo. Si sentiva meravigliosamente bene. Poi vide dov’era e si ricord& #242; di suo padre. Un senso di pesantezza cal& #242; su di lei.

Guarir& #224;, si disse.

Lo vedremo stasera.

E poi c’& #232; Melanie. Grazie a Dio Melanie & #232; qui. Sarebbe stato peggio se avessi dovuto affrontare tutto questo da sola.

Forse pap& #224; star& #224; gi& #224; meglio quando andremo a trovarlo.

Si sollev& #242; e sedette sul bordo del letto. Aveva dormito vestita. La camicetta color borgogna era tutta arricciata sul dorso, il peso del corpo l’aveva spiegazzata completamente. La lisci& #242; ma le pieghe rimasero.

Chiss& #224; se Bodie l’avrebbe accompagnata a casa per cambiarsi prima di andare all’ospedale.

Il suo appartamento. Le telefonate.

La paura cominci& #242; a invaderla, lei si sforz& #242; di allontanarla.

Quella faccenda non conta, si disse. Non con pap& #224; in ospedale.

Ma la paura cresceva.

Pen si alz& #242;. Davanti allo specchio del cassettone si spazzol& #242; i capelli. Poi usc& #236; dalla stanza e si affrett& #242; a scendere a pianterreno. Il soggiorno era deserto, ma dallo studio veniva un suono di voci. Mentre si avvicinava sent& #236; Bodie parlare sopra un dialogo che veniva dalla televisione.

«…un diploma in letteratura inglese. Probabilmente non serve a niente, ma mi piace immaginarmi come un professore vagamente eccentrico in giacca con le toppe…» Lui sorrise a Pen che entrava. Stava allungato in poltrona, i piedi incrociati alle caviglie, una mano reggeva una birra Corona contro la fibbia della cintura.

Joyce, sul divano, sorseggiava un bicchiere di vino bianco.

«Continua», disse Pen a Bodie.

«Ho finito», rispose lui.

«Hai intenzione di fare il professore d’inglese? »

«Dal momento che non ho altri talenti…»

Pen sedette sul divano sorridendo.

«Ti prendo qualcosa da bere», offr& #236; Joyce.

«Il vino va benissimo. »

Mentre usciva dalla stanza, Joyce disse: «Pen & #232; una scrittrice».

«Scrivo libri gialli», spieg& #242; Pen. «Ma finora ne ho venduto uno soltanto. Un romanzo breve. »

«Fantastico», comment& #242; Bodie. «Da quanto mi risulta, il mondo & #232; pieno di aspiranti scrittori di gialli che non hanno mai pubblicato una riga. »

«Hai anche tu ambizioni simili? »

«No. Preferisco trascorrere il mio tempo a leggere buoni libri piuttosto che scrivere robaccia. Hai un impiego fisso? »

«Non so fino a che punto sia fisso, ma sono reporter stenografo. Passo gran parte del mio tempo a scorazzare negli uffici legali per trascrivere deposizioni. »

«Dev’essere una buona fonte per scrivere romanzi. »

Pen annu& #236;. «Ho conosciuto persone strane. La cosa principale, per& #242;, & #232; il fatto che posso scegliere gli incarichi. Lavoro solo quando ne ho voglia, il che avviene spesso perch& #233; mi piace mangiare, pagare l’affitto e cosucce del genere. »

«Nessun desiderio di fare l’avvocato? »

«Quella sarebbe una camera a tempo pieno. Non ho spazio per questo. »

«Non ti lascerebbe tempo per scrivere? »

«Non abbastanza. E io preferisco scrivere. »

«Mi piacerebbe leggere qualcosa di tuo», disse Bodie.

«Non sono certo Updike. »

«Ah. Scrivi come Hammett, allora? »

«No, come Pen Conway. »

Un largo sorriso illumin& #242; la faccia di Bodie.

Joyce rientr& #242; con una bottiglia di vino bianco e un bicchiere. Riemp& #236; il bicchiere per Pen, il suo e sedette. «Bisogner& #224; cominciare a pensare alla cena. »

«Lascia perdere», replic& #242; Bodie. «Ti risparmio il disturbo, se tutti ci stanno a mangiare una pizza. Sono sicuro che Melanie ci sta. »

«Dov’& #232; Melanie? » s’inform& #242; Pen.

«Dorme ancora. Due anni fa sono venuto a Los Angeles e ho gustato una pizza favolosa in un locale non lontano da qui. »

«Dev’essere La Barbera’s », osserv& #242; Pen.

«& #200; quello. C’& #232; sempre? »

«Certo. »

«Che ne dite se andassi a prendere la pizza? »

«Oh», intervenne Joyce. «Ma & #232; un grosso disturbo. »

«Nessun disturbo, sempre meglio che trafficare in cucina per noi. E poi, vado davvero matto per quella pizza. Mai mangiata una migliore. »

«Se proprio insisti, posso telefonare per farla preparare, cos& #236; sar& #224; pronta quando arrivi», disse Joyce. «Come la volete? »

«A Melanie non piacciono i funghi», avvert& #236; Bodie.

«Al salame? » sugger& #236; Pen. «Met& #224; al salame e met& #224; ai funghi. »

«Per me sta bene», approv& #242; Bodie.

Joyce bevve un sorso di vino, poi usc& #236; per andare a telefonare.

«Potresti darmi qualche indicazione per trovare la pizzeria? » domand& #242; Bodie.

«Posso fare di meglio», rispose Pen. «Vengo con te e faccio l’ufficiale di rotta. »

«Mi piacerebbe, ma & #232; meglio che resti qui. Melanie potrebbe scendere mentre siamo fuori e offendersi perch& #233; siamo usciti senza di lei. Inoltre, esiste l’eventualit& #224; che tu debba fare da arbitro. »

Pen corrug& #242; la fronte.

Bodie sbirci& #242; sopra la spalla come per assicurarsi che Joyce non tornasse. «Melanie non & #232; rimasta troppo contenta di trovare quell’Harrison. Crede che ci sia sotto una tresca. »

«L’ho pensato anch’io», ammise Pen.

«A ogni modo, non so se Melanie dir& #224; qualcosa, ma sarebbe meglio che tu fossi nei paraggi. »

«Hai ragione. »

Bodie si drizz& #242; e bevve l’ultimo sorso di birra. «Allora, come ci arrivo a La Barbera’s  da qui? »

«Facile. »

Mentre Pen gli dava le indicazioni, riapparve Joyce con la borsetta in mano. «Hanno detto che sar& #224; pronta fra mezz’ora», annunci& #242;.

«Offro io», dichiar& #242; Bodie.

«No, insisto. » Joyce prese dalla borsetta una banconota da venti dollari.

Bodie la rifiut& #242;. «Assolutamente no. » Joyce non insist& #232;.

Quando Bodie se ne fu andato, Joyce osserv& #242;: «Sembra proprio un ragazzo a posto».

«S& #236; », conferm& #242; Pen. «Direi che Melanie ha scelto bene. Prima frequentava della gente orribile. »

«Non lo sapevo. » Joyce sedette e bevve un po’ di vino. Si volt& #242; di fianco, fece scivolare un ginocchio sul divano e appoggi& #242; il braccio sullo schienale. «Sono contenta che sia qui. E terribile che ci sia voluta un’occasione cos& #236; tragica per… aggiustare le cose. Sarebbe bello che diventassimo amiche. » Joyce sorrise, un sorriso triste. «Perch& #233; non ti somiglia? »

«Melanie vede le cose diversamente. »

«Credi che non lo sappia? Sono abbastanza giovane da essere la figlia di Whit, una donna dal cuore gelido che si sposa solo per interesse, e infine una poco di buono. »

«Questo rende l’idea. »

«Io amo Whit. »

«Perderesti tempo a convincere Melanie di questo. »

«Non voglio convincerla», replic& #242; Joyce. «Ma sarebbe gi& #224; qualcosa se lei cominciasse ad accettarmi. Non c’& #232; bisogno di essere amiche per la pelle. Solo… Mi mette i brividi. Anche quando cerca di essere gentile, sento il gelo fra noi. »

«Lo so. »



  

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