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Richard Laymon 4 страница



Ma quanto tempo resteranno? Non gliel’aveva chiesto. Fra poco sarebbero tornati a scuola, magari domani.

Non preoccuparti di questo, ora.

Non c’& #232; niente da preoccuparsi, adesso.

Si gir& #242; sul fianco, il pigiama scivol& #242; sulla pelle, le coperte attorno al collo. Si addorment& #242;.

 

«Credi che ci stiamo tutti e due sul divano? » domand& #242; Bodie.

«E chi pensa a dormire? » replic& #242; Melanie.

«Io. Sono distrutto. Non sono mai sceso dall’auto per l’ultimo tratto del viaggio, ricordi? »

«Non so tu, ma io voglio sentire il nastro. »

«Non credo che Pen approverebbe. »

«Non c’& #232; bisogno che lo sappia. »

Bodie era seduto sul divano. Batt& #233; il cuscino accanto a s& #233;. «Ti dir& #242; io le parolacce. »

«Non sei divertente. Qualsiasi cosa quell’individuo abbia detto, l’ha spaventata a morte. Non ho mai visto mia sorella in queste condizioni. »

«Credevo che fosse un po’ maniacale. »

«Vieni. »

Bodie si alz& #242;. Il cuore gli batteva forte; aspett& #242; che quella sensazione di capogiro passasse.

«Stai bene? »

«Preferirei restarne fuori. »

«Allora restane fuori», ribatt& #233; Melanie, piuttosto seccata. «Ascolter& #242; il nastro da sola. »

«Va bene, vengo. »

Lui la segu& #236;. Melanie gironzol& #242; nell’appartamento alla ricerca della segreteria telefonica. Chiaro che Pen non l’aveva, quando abitavano insieme. Finalmente si diresse verso lo studio vicino alla camera da letto di Pen. La segreteria telefonica era sulla scrivania. Vuota.

Melanie guard& #242; accigliata l’apparecchio. «La cassetta deve essere qui, da qualche parte», sussurr& #242;.

Cerc& #242; nel cestino della carta straccia.

Bodie trov& #242; la cassetta sul tappeto in fondo alla stanza. La rigir& #242; nella mano. Non sembrava danneggiata.

«Chiudi la porta», bisbigli& #242; Melanie.

Lui chiuse la porta senza far rumore e torn& #242; alla scrivania. Melanie inser& #236; la cassetta, la ferm& #242; con un colpo secco. Poi riavvolse il nastro e ascolt& #242;.

«Ciao, bellezza. Mi dispiace che non sei in casa…»

Melanie abbass& #242; il volume.

Era una voce sgradevole. Sarebbe stata sgradevole anche se avesse letto un menu da McDonald’s,  pens& #242; Bodie. Ma le cose che diceva… Immagin& #242; Pen che ascoltava, immagin& #242; che cosa doveva aver provato. Sola in casa. Esposta alla mente malata di un estraneo, violata e impaurita.

Il nastro trasmise solo un breve messaggio. Ma il bastardo ebbe il tempo di dirle che cosa avrebbe voluto fare prima che un bip  lo interrompesse a met& #224; frase.

«Non capisco perch& #233; sia tanto sconvolta», mormor& #242; Melanie. «Sono solo oscenit& #224; standard…»

«Ti piacerebbe se ti cacciassi il mio…»

«& #200; semplicemente disgustoso», sussurr& #242; Bodie sulla voce che continuava a parlare.

«Non & #232; poi cos& #236; terribile», decret& #242; Melanie. «Pen dev’essere pazza a lasciarsi sconvolgere a questo modo. Anch’io ho ricevuto telefonate del genere, ma non mi sono mai spaventata cos& #236;. »

Il tempo era scaduto, ma l’uomo aveva chiamato di nuovo. «Succhia, tesoro. Apriti. Voglio godere in bocca, inondarti fino in gola. Andiamo, apriti. Su, puttana. S& #236;, s& #236;. Prendilo in bocca e… Bip. »

Tre chiamate, una non ascoltata.

Bodie tir& #242; un profondo respiro.

Cominci& #242; il quarto messaggio.

«Pen, sono Joyce. Tuo padre ha avuto un incidente terribile. Sono al Pronto Soccorso del Beverlywood Medical Center in Pico Boulevard. Vieni pi& #249; presto che puoi. »

 

 

Pen stent& #242; a svegliarsi. Qualcuno bussava alla porta. Perch& #233; la porta era chiusa e chi… Poi si ricord& #242;. Era arrivata Melanie. E il suo ragazzo. Quel poveretto che ho accoltellato.

E se l’avessi ucciso?

Pen fu scossa da un brivido.

La porta si apr& #236; e nella fessura apparve il viso di Melanie. Appariva turbata e confusa. «Ti conviene vestirti. »

«Che cosa & #232; successo? »

«Abbiamo ascoltato il nastro. »

Pen sent& #236; un nodo alla gola. «Maledizione, grazie infinite! Tu e Bodie insieme? »

«C’era anche la voce di Joyce. »

«Eh? »

«Sul nastro. Pap& #224; & #232; rimasto ferito, l’hanno portato al Pronto Soccorso. Joyce non ha detto come stava, solo che aveva avuto un incidente terribile. »

«Oh Dio, no! »

«Sar& #224; meglio andare all’ospedale. »

«S& #236;, s& #236;. Sar& #242; pronta fra un minuto. »

La porta si chiuse.

Pen balz& #242; gi& #249; dal letto e si lev& #242; il pigiama.

Un incidente. Pap& #224;.

Con la mente confusa, prese un paio di mutandine dal cassetto e le indoss& #242;. Stava ancora tirandole su mentre si precipitava all’armadio. Stacc& #242; un paio di pantaloni bianchi dalla stampella, li infil& #242; e afferr& #242; la camicetta pi& #249; vicina. Era color borgogna, troppo elegante per i pantaloni, ma non se ne cur& #242;. Se la mise e calz& #242; i sandali mentre se l’abbottonava. Lasci& #242; fuori la camicia dai pantaloni. Fece scorrere la lampo mentre correva alla porta.

«Chiamarla…» stava dicendo Bodie quando entr& #242; in soggiorno. «Potrebbe dirti come sta. »

«Penso di s& #236;. »

«Chiamare Joyce? » chiese Pen. «Sicuro. » And& #242; in cucina. Il telefono staccato dalla presa era ancora in cima al frigorifero. Lei lo tir& #242; gi& #249; e lo attacc& #242; alla parete. Con mano tremante compose il numero. Melanie si mise accanto a lei.

Segnale di occupato.

Pen riappese. «& #200; occupato. »

Melanie chiuse gli occhi e si lasci& #242; sfuggire un profondo sospiro, come se il fatto di rimandare le notizie rappresentasse una benedizione.

Pen attir& #242; dolcemente la sorella verso di s& #233;. Melanie l’abbracci& #242; e pos& #242; la fronte contro il collo di Pen. Il suo respiro alitava caldo attraverso la camicetta. «Non preoccuparti, va bene? »

«Ho paura. »

«Anch’io. »

«E se & #232; morto? »

«Non & #232; morto, altrimenti Joyce l’avrebbe detto. » Ma io avevo i telefoni staccati, pens& #242; Pen. Joyce potrebbe aver richiamato. «Coraggio, Mel, andiamo», e trascin& #242; via la sorella. «Sai dove l’hanno portato? »

«Al Beverlywood Medical Center. »

«Bene, non & #232; lontano. »

Si affrettarono verso l’uscita dell’edificio. Bodie si offr& #236; di guidare. Pen occup& #242; il sedile dei passeggeri per indicargli la strada, mentre Melanie si rannicchi& #242; dietro appoggiandosi agli schienali dei sedili anteriori.

Pen si sentiva ancora intontita. Niente di tutto questo sembrava reale.

«A destra sul Pico», indic& #242; la strada a Bodie.

Quando finalmente vide l’ospedale in fondo all’isolato, ebbe l’impressione di essere in un ascensore, con il pavimento che le mancava sotto i piedi.

«Eccolo», annunci& #242; con voce soffocata.

Bodie accost& #242; al marciapiede. «& #200; abbastanza vicino al marciapiede? » domand& #242;.

«Va bene», disse Melanie.

& #200; vicino come non vorrei essere, pens& #242; Pen.

Scesero. Bodie mise il disco orario. Melanie gli prese la mano e Pen li precedette.

Il cielo del mattino era di un azzurro intenso. La leggera brezza, dopo la pioggia della sera prima, faceva sollevare la camicetta di Pen. Lei not& #242; che sapeva di buono e si chiese come mai qualcosa potesse essere gradevole in quel momento, con lo stomaco contratto e le gambe che la reggevano appena. Con suo padre nell’edificio l& #224; davanti…

Lui deve esser vivo. Deve. Ti prego.

Una donna si avvicinava spingendo una carrozzina per bambini.

Lui aveva sempre desiderato un nipotino.

Solo una settimana fa aveva detto: «Non sono pi& #249; giovane, sai? Perch& #233; non esci e non ti dai da fare? »

Pen aveva la gola stretta. I suoi occhi cominciarono a bruciare.

Cristo, adesso non piangere.

Lui sta bene, maledizione.

Non crollare davanti a Melanie. Controllati.

Sbirci& #242; dietro. Melanie stringeva la mano di Bodie e fissava il marciapiede. Bodie incontr& #242; il suo sguardo. Pen si domand& #242; come doveva sentirsi a trovarsi al centro di una tragedia famigliare. Probabilmente desiderava non essere mai partito da Phoenix. Prima veniva pugnalato, e adesso questa storia.

Pen raggiunse l’incrocio e premette il pulsante del semaforo per attivare il segnale Avanti.  Aspettarono. Dall’altra parte del Pico Boulevard c’era un viale: Ingresso ambulanze. Un’auto della polizia era ferma al marciapiede.

Scatt& #242; il verde. Pen si stacc& #242; dal marciapiede e una mano le afferr& #242; la spalla da dietro. Costringendola a fermarsi. Una macchia rossa sfrecci& #242; via rombando e colpendola con il flusso del tubo di scappamento. Mentre indietreggiava barcollando, Pen vide una Porsche che accelerava.

«Quel farabutto & #232; passato con il rosso», borbott& #242; Bodie.

Pen si volt& #242; verso di lui. Che le tolse la mano dalla spalla. «Grazie. Sar& #224; meglio che guardi dove vado. »

Melanie teneva una mano premuta sul cuore. Aveva gli occhi sbarrati e ansimava, come se qualcuno le fosse saltato addosso nel buio.

«Stai bene? » le chiese Pen.

Melanie annu& #236;.

Il verde stava gi& #224; lampeggiando, perci& #242; aspettarono un altro giro di semafori. Quando torn& #242; il verde, Pen guard& #242; l’incrocio prima di scendere dal marciapiede.

Sul lato opposto, si diresse verso il viale delle ambulanze, cap& #236; che non poteva entrare e si volt& #242; confusa. Poi scroll& #242; le spalle, pass& #242; davanti a Bodie e Melanie e vide una porta di fronte al Beverly Drive.

Il senso di torpore aument& #242; quando si aprirono le porte a vetri.

Entr& #242; in una sala di ricevimento. Una giovane donna che si mordicchiava il labbro inferiore la sbirci& #242; nervosamente e guard& #242; altrove. Era seduta su una panca e reggeva la mano di un bambino di circa cinque anni che stava chino in avanti per guardare la donna nera con uno straccio insanguinato avvolto intorno al braccio. La nera, su una sedia contro la parete, si teneva il braccio e dondolava avanti e indietro canticchiando sommessamente. Nei suoi occhi c’era uno sguardo impassibile. Il bambino smise di fissarla, distratto dai nuovi arrivati, evidentemente per vedere se erano feriti.

Pen si volt& #242; verso lo sportello alla sua sinistra. Attraverso il divisorio di vetro, vide due donne in divisa bianca. Una stava seduta a una scrivania. L’altra, robusta e con i capelli castani, alz& #242; lo sguardo dai fogli e sorrise a Pen avvicinandosi allo sportello.

Pen s’irrigid& #236;.

Eccola l& #236; a pochi passi, a poche parole, a pochi attimi dal sapere la verit& #224; … e il peso di tutto questo la paralizzava. Fiss& #242; la donna e cerc& #242; di respirare.

Bodie le si avvicin& #242;. Si sporse verso il vetro e disse: «Abbiamo saputo che un certo Whit Conway & #232; stato portato qui ieri, dopo un incidente. Queste sono le sue figlie. Sono terribilmente ansiose di sapere come sta».

La donna guard& #242; qualcosa sotto il banco dello sportello. «Whitman Conway? »

«S& #236;. »

«& #200; stato ammesso con un’ambulanza ieri sera, era accompagnato dalla moglie. » L’infermiera smise di parlare, ma continu& #242; a leggere.

Pen sent& #236; contrarsi lo stomaco.

Melanie le prese la mano.

«La diagnosi era frattura bilaterale della rotula…»

«Che cosa vuol dire? » s’inform& #242; Bodie.

«Tutte e due le rotule rotte. Anche il braccio destro era fratturato», aggiunse l’infermiera tralasciando il gergo medico. Si sfreg& #242; la bocca. «Aveva inoltre una grave ferita alla testa, quando l’hanno portato in ospedale. »

La mano di Melanie trem& #242; in quella di Pen.

«E stato ricoverato in ospedale per un intervento chirurgico. Qui ho solo i dati del ricovero, perci& #242; dovrete informarvi presso l’ospedale principale per avere notizie sulle sue attuali condizioni. »

L’infermiera diede le indicazioni a Bodie. Lui annu& #236;, poi domand& #242;: «Si sa come & #232; rimasto ferito? »

«& #200; stato investito da un’auto mentre attraversava una strada a Beverly Hills. Un pirata della strada. Scappato. »

Bodie la ringrazi& #242;. Fece strada verso una porta in fondo alla sala, Pen e Melanie lo seguirono in un corridoio.

Investito da un’auto. Pen pens& #242; all’episodio di poco prima sul viale, ma nella sua mente Bodie non era riuscito a fermarla e l’auto l’aveva colpita alle ginocchia.

Pap& #224;.

Una grave ferita alla testa.

Chirurgia.

Se non altro non & #232; morto, si disse. Se non altro non era morto quando aveva lasciato il Pronto Soccorso.

La donna l’avrebbe saputo se fosse morto pi& #249; tardi? Forse no. O forse lo sapeva, ma preferiva che fosse qualcun altro a dare la notizia.

Sbucarono dal corridoio in un atrio. Le doppie porte a vetri si affacciavano sul Pico. Una donna sedeva alla scrivania delle informazioni.

«Cercher& #242; di sapere che cosa succede», decise Bodie. «Voi due perch& #233; non vi sedete? »

Pen annu& #236;. Guid& #242; Melanie verso un divano vicino alla parete e sedettero.

Bodie parl& #242; con la donna alla scrivania. Lei fece una telefonata e gli disse qualcosa. Lui and& #242; a sedersi accanto a Melanie. «Fra poco viene un medico a parlare con noi. »

Aspettarono.

Pen si sfreg& #242; le mani sudate sui pantaloni.

Mi dispiace, abbiamo fatto quanto era umanamente possibile.

Un uomo usc& #236; da una porta in fondo all’atrio. Camminava direttamente verso di loro. Non era il vecchio medico che Pen si era aspettata. Appariva giovane, non pi& #249; di trent’anni, di bell’aspetto ed energico. Aveva scarpe da tennis bianche, ma indossava pantaloni grigi e una giacca bianca slacciata, una camicia a scacchi e una cravatta verde, allentata. Teneva in mano una cartella clinica.

Pen cerc& #242; di leggere la sua espressione. Impassibile. Il viso non tradiva niente.

Bodie si stava gi& #224; alzando.

Anche Pen si costrinse ad alzarsi, Melanie esit& #242;, poi la imit& #242;.

«Sono il dottor Gray», si present& #242; il medico e strinse la mano a Bodie. «Sono il neurochirurgo che ha operato il signor Conway. » Aveva una voce gradevole, un sorriso simpatico.

«Come sta? » chiese Melanie in un bisbiglio soffocato.

«Le condizioni di suo padre sono stabili. »

Le parole del dottore dissiparono la nebbia nella mente di Pen.

Pap& #224; sta bene.

Le salirono le lacrime agli occhi. Mio Dio, lui & #232; vivo, non & #232; morto. «Possiamo vederlo? » domand& #242; balbettando. Balbetto, non me ne importa.

«Certamente. Ma prima dobbiamo parlare. Da questa parte, prego. »

Parlare.

Non & #232; tutto a posto.

Il dottor Gray li guid& #242; in un ufficio. Sedettero sulle poltroncine, lui sullo spigolo della scrivania, di fronte.

«Vostro padre ha subito ci& #242; che noi chiamiamo un ematoma sottocutaneo. L’impatto dell’incidente ha provocato la rottura dei vasi sanguigni nel cranio. Lo abbiamo operato immediatamente dopo il ricovero di ieri notte per aprirgli il cranio e allentare la pressione del sangue all’interno, e per fermare l’emorragia. L’intervento & #232; andato bene. Tuttavia vostro padre ha subito un certo danno al cervello, il che & #232; quasi inevitabile, considerando il trauma subito. » Con la fronte corrugata, il dottor Gray si sfreg& #242; la guancia come se controllasse le basette. «Ho visto pazienti in condizioni peggiori di quelle di vostro padre raggiungere una guarigione completa. Altri non sono stati cos& #236; fortunati. Ma vostro padre & #232; in ottima forma per un uomo della sua et& #224;, perci& #242; possiamo essere moderatamente ottimisti. Al momento, per& #242;, & #232; in stato comatoso. »

«& #200; in coma? » ripet& #233; Bodie.

«Non ha ripreso conoscenza dal momento dell’incidente. Tuttavia non corre pericolo immediato. Lo teniamo in vita e le sue condizioni sono controllate costantemente. D& #224; buoni segni di vitalit& #224;. »

«Crede che ne verr& #224; fuori? » volle sapere Bodie.

«Non si pu& #242; dire. Potrebbe uscire dal coma oggi stesso o la settimana prossima…»

«O mai», concluse Melanie.

«Esiste anche questa possibilit& #224;. Ma noi faremo tutto il possibile. »

 

 

Bodie stava ai piedi del letto. Melanie, accanto a lui, fissava suo padre, mentre Pen si era avvicinata all’uomo e gli teneva una mano.

Un lenzuolo copriva il petto del paziente. Dei tubi erano conficcati nelle narici e nelle braccia. La testa era avvolta nelle bende.

Il monitor che controllava il battito cardiaco mostrava una linea verde frastagliata e mandava suoni regolari come certi apparecchi alla televisione. Bodie li conosceva solo per averli visti in TV. Il respiratore mandava un suono stridulo mentre pompava aria nei polmoni dell’uomo.

Tutto molto interessante.

Non vedeva l’ora di uscire di l& #236;.

Il dottore aveva parlato con ottimismo, come se il coma fosse solo un ostacolo minore, ma il vecchio bendato e intubato da tutte le parti, sembrava l’esperimento di Victor Frankenstein in una giornata storta.

«Pap& #224;, sono Penny. Il dottore dice che guarirai presto. C’& #232; qui anche Melanie. »

«Ciao, pap& #224; », disse Melanie.

«Guarirai presto», ripet& #233; Pen.

Il ferito sollev& #242; e abbass& #242; il petto, ma non batt& #233; ciglio. Il monitor mandava il suo bip  con lo stesso ritmo.

Meno male che questo non & #232; uno spettacolo televisivo, pens& #242; Bodie, altrimenti la linea sullo schermo dell’apparecchio diventerebbe piatta e si sentirebbe quel lungo rumore monotono.

Finora tutto bene.

Lui, per& #242;, non voleva trovarsi l& #236; quando sarebbe successo.

Parve che fosse trascorso parecchio tempo prima che il dottor Gray suggerisse loro di andarsene. «Potreste tornare stasera alle otto e vederlo per qualche minuto. Forse le sue condizioni saranno migliorate allora. »

Pen strinse la mano di suo padre. «Ci vediamo stasera, pap& #224;. » Gli lasci& #242; la mano e si tir& #242; indietro.

Melanie non disse niente, come se sapesse che era del tutto inutile.

Uscirono dalla stanza. Il dottor Gray li accompagn& #242; all’ascensore e cerc& #242; ancora una volta di rassicurarli prima di congedarsi.

Quando le porte dell’ascensore cominciarono a chiudersi, una voce grid& #242;: «Potete aspettare? » Bodie tenne le porte aperte. Un inserviente fece girare un lettino e lo spinse nell’interno. Sul lettino c’era una vecchia dalla faccia scavata, con i capelli unti. Bodie, che avrebbe preferito chiudere le porte, cerc& #242; di trattenere il respiro mentre l’ascensore scendeva.

Ospedali. Bei posticini.

Finalmente le porte si aprirono e lui si precipit& #242; fuori. L’inserviente e la sua spettrale paziente rimasero nella cabina. Scendevano ancora. Che cosa c’era nel sotterraneo? Non era l& #236; che gli ospedali tenevano i morti? Per& #242; la donna non era ancora morta.

Bodie prosegu& #236; con Melanie fino alle porte dell’atrio. E finalmente vide la luce del sole, respir& #242; aria fresca. Be’, c’era un leggero odore di fumo proveniente dai tubi di scappamento delle auto che sfrecciavano sul Pico, ma era sempre meglio che l’aria dell’ospedale con i suoi odori di cera per pavimenti e di disinfettante, e peggio ancora, di quel latente odore di morte.

«& #200; bello esser fuori di qui», osserv& #242; Pen.

Aspettarono all’angolo. Scatt& #242; il verde per i pedoni. Un autobus attravers& #242; l’incrocio come se i semafori fossero installati solo per le auto. Bodie ripens& #242; alla Porsche che aveva quasi inchiodato Pen.

Una citt& #224; pericolosa.

Se le cose fossero andate diversamente, il dottor Gray avrebbe passato la mattinata a operare la testa di Pen.

Ho bisogno di dormire, pensava Bodie mentre attraversava la strada. «Forse dovremmo cercare un motel», disse a voce alta.

«Perch& #233; non restate a casa mia? » sugger& #236; Pen. Aveva parlato con voce monotona. «Potete usare il mio letto. Io dormir& #242; sul divano. »

Bodie prov& #242; una punta di eccitazione. «Per me sta bene. »

«Non so», disse Melanie. Anche lei parlava con voce stanca. «Forse & #232; meglio un motel. »

«Non c’& #232; fretta», tagli& #242; corto Pen. «Potete decidere pi& #249; tardi. Ora credo che dovremmo andare a trovare Joyce. »

«Per far che cosa? »

«E la moglie di pap& #224;. »

«Te la raccomando. Non era nemmeno all’ospedale. Perch& #233; non c’era? Una moglie non dovrebbe stare con il marito quando & #232; mezzo morto in un ospedale? »

«Non & #232; mezzo morto. »

«Davvero? Tre quarti? Sette ottavi? »

«Piantala, Mel. »

«La mamma sarebbe rimasta con lui. »

«Ci hanno lasciato restare solo per cinque minuti. »

«C’& #232; una sala d’attesa. »

«Senti, per quello che ne sappiamo, Joyce potrebbe essere rimasta tutta la notte. »

«Ci scommetto. »

«Forse sar& #224; meglio che tu non la veda, se hai intenzione di comportarti in questo modo. »

«Mi & #232; venuta un’idea grandiosa. Perch& #233; non vai a trovarla senza di noi? Salutala per me. »

«D’accordo. »

Raggiunsero il furgone di Bodie e salirono. Lui avvi& #242; il motore. «Dove vado? » chiese.

«A casa mia», disse Pen. «Prendo la mia auto per andare a casa di pap& #224;, cos& #236; voi due potrete dormire un po’. »

«Non fa niente», intervenne Melanie. «Voglio vedere Joyce, dopo tutto. »

«Sei sicura? »

«Sono sicura. Ho un paio di domande da farle. »

Pen si gir& #242; sul sedile. Il movimento tese la camicetta, formando un’apertura fra due bottoni. Bodie vide la pelle liscia di un seno. «Per esempio? » volle sapere Pen.

«Per esempio dov’era lei quando pap& #224; & #232; stato investito. »

«Era con lui», spieg& #242; Bodie. «Era presente quando & #232; stato portato al Pronto Soccorso. »

«Come mai non & #232; rimasta ferita? »

«Lo sapremo», replic& #242; Pen. La camicetta si tendeva sul seno. La stoffa leggera aderiva completamente al seno rotondo che aveva la forma di un disco. Bodie guard& #242; di nuovo la pelle che si vedeva dall’apertura. «Ma non facciamole un processo», aggiunse Pen. «Joyce & #232; la moglie di pap& #224;, a prescindere da quello che pensi di lei, pap& #224; le vuol bene, perci& #242; dobbiamo trattarla con rispetto. Okay? »

«Penso di s& #236;. »

Pen torn& #242; a voltarsi sul sedile.

«Da che parte vado? » chiese Bodie guardandola in faccia, attento a non abbassare gli occhi. Il viso di lei era uno spettacolo.

«Al semaforo svolta a sinistra. »

Lui annu& #236;, guard& #242; nello specchietto retrovisore per controllare il traffico e si allontan& #242; dal marciapiede.

Si accorse di sentirsi abbastanza bene, ora, un bel cambiamento rispetto a pochi minuti prima.

Guardare Pen lo tirava su di morale.

Se ci fermiamo da lei, avr& #242; un sacco di opportunit& #224;.

Si pentiva di aver nominato un motel. Era abbastanza chiaro che Melanie preferiva alloggiare in un motel piuttosto che nell’appartamento di sua sorella.

Funzioner& #224;, pens& #242; Bodie.

Dir& #242; che non c’era posto.

 

Tranne Pen che dava istruzioni occasionali sulla direzione da seguire, le sorelle rimasero silenziose durante la corsa. Bodie ne dedusse, che entrambe stavano riflettendo sulla situazione, chiedendosi come il loro padre s’era fatto investire e se sarebbe guarito. Forse ricordavano i momenti che avevano trascorso assieme a lui.

Melanie aveva qualcosa di pi& #249; di una tragedia su cui riflettere. Aveva anche il suo fardello di colpa.

Melanie aveva portato rancore al padre, lo biasimava per la morte della madre, si era accanita contro di lui quando aveva sposato Joyce.

Probabilmente desiderava di non esser stata cos& #236; dura.

«Ora svolta a destra», disse Pen.

Bodie segu& #236; l’indicazione. Si trovavano a San Vicente, l’aria che entrava dal finestrino abbassato era pi& #249; fresca di qualche minuto prima. Bodie pens& #242; che si stavano avvicinando all’oceano, sebbene non se ne vedesse nessun segno.

La strada aveva un’ampia striscia erbosa nel mezzo, probabilmente riservata agli appassionati di jogging.

Dev’essere fantastico per i polmoni, pens& #242; Bodie, correre in mezzo a una strada trafficata.

«Meglio che rallenti», lo avvert& #236; Pen. «Ci siamo quasi e non si vede la strada finch& #233; non ci sei sopra. »

Bodie controll& #242; lo specchietto e rallent& #242;. La zona era circondata da boschi. Non vedeva ancora la strada.

Mise la freccia, premette leggermente il freno e not& #242; la strada laterale nascosta fra alberi e cespugli. Svolt& #242;. Prosegu& #236; sul viale a corsia unica. Sebbene non vedesse case, not& #242; le tracce: tratti di recinti visibili dietro i cespugli, cassette per le lettere sui paletti, di tanto in tanto un garage, un viale d’ingresso con un cancello, poche auto parcheggiate per met& #224; sulla strada. Dovette sterzare per evitarle.

Tutte auto di lusso: una Jaguar, una Porsche, una Ferrari, una Mercedes che sembrava immensa e fuori posto fra le snelle auto sportive.

«Puoi fermarti dietro la Mercedes», sugger& #236; Pen.

A proposito di note stonate… il suo furgone fra quei veicoli stratosferici. La gente avrebbe pensato che apparteneva a qualche domestico. O a un ristorante con servizio a domicilio. Un party in casa Conway.

Una veglia.

Ferm& #242; l’auto sulla destra, il pi& #249; lontano possibile dalla strada. I cespugli graffiarono il fianco della vettura. Era ancora abbastanza vicino al centro del viale, ma non pi& #249; alla Mercedes.

Bodie salt& #242; gi& #249;. Invece di uscire schiacciandosi contro la portiera del sedile del passeggero, Pen volteggi& #242; le gambe sul sedile di guida e si spinse avanti. Afferr& #242; il volante per scendere. Bodie cerc& #242; di non guardare la camicetta.

Le tese la mano. Pen la prese e lui l’aiut& #242; a uscire.

«Grazie. »

Lui le lasci& #242; la mano, un po’ troppo precipitosamente, forse. Melanie aveva spinto avanti lo schienale. Bodie l’afferr& #242; gentilmente all’avambraccio e la sostenne mentre scendeva.

Passarono di fianco alla Mercedes grigia. Melanie la guard& #242; corrugando la fronte.

Vicino al muso dell’auto c’era una cassetta per le lettere come le altre lungo la strada. Questa portava il nome CONWAY a lettere metalliche nere.

Attraverso un’apertura fra i cespugli si vedeva un cancello di legno. Pi& #249; avanti, sulla strada, in una breccia nel fogliame si intravvedeva un garage. La porta chiusa del garage era solo a poco pi& #249; di un metro dalla strada.

Dev’essere un bel casino uscire a marcia indietro, pens& #242; Bodie.

Pen, che faceva strada, apr& #236; il cancello centrale. Lo attravers& #242; seguita da Melanie. Ultimo Bodie, che lo chiuse.

Il prato era un magnifico tappeto d’erba, per la maggior parte nascosto dagli alberi, che bloccavano la vista del piano superiore della casa. Il vialetto fiancheggiava una piccola fontana di cemento. Al centro della fontana un cherubino con un malizioso sorriso, vestito di niente. L’acqua sgorgava dal pene del cherubino.

Bodie si chiese se fosse stata un’idea di Whit. Era il simbolo, pens& #242;, di una classe aristocratica e sofisticata, oppure di una persona dotata di senso dell’umorismo. Meglio quest’ultima ipotesi, concluse.

La casa di stucco bianco aveva l’aspetto di una hacienda.  Un portico vi correva tutt’intorno, riparato da un piccolo tetto di regole rosse. Alcuni vasi di fiori erano sospesi al soffitto con le funi. Dietro i vasi alcune sedie di ferro battuto e una panca, che non doveva essere molto comoda, ma offriva una nota di allegria. Grandi finestre si aprivano ai lati della porta d’ingresso.

Pen sal& #236; sul portico e suon& #242; il campanello.

La porta fu aperta da una giovane donna con la faccia segnata dal dolore, che rimase a bocca aperta. «Oh, tesoro! » esclam& #242; e gett& #242; le braccia al collo di Pen. Dopo un rapido abbraccio e un bacio sulla guancia, la donna parve notare l’altra sorella. «Melanie? »



  

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