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OGGETTO: [Scrivere Nome e cognome del lavoratore/Denominazione azienda o



 

Luogo/data ________________________________

Da inviare a mezzo pec o raccomandata a/r

Spettabile

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Alla cortese attenzione del legale rappresentante pro tempore

OGGETTO: [Scrivere Nome e cognome del lavoratore/Denominazione azienda o  

                  Amministrazione statale]___

DIFFIDA

Il/la Sottoscritto/a _________________________________________________________________

c. f. _________________________________________________

nato/a a ________________________________________________  (________ ) il ___/___/____,

residente a ______________________________________________  (________ ) CAP _________

in ______________________________________________________________________  n° _____

formulo/a la presente per significare quanto segue.

Premesso che:

1) In data _____________, veniva diramata una circolare  a mezzo della quale è stato imposto il divieto ingresso  all’interno della propria sede lavorativa per i lavoratori sprovvisti di green pass che faceva riferimento al D. L. del 16/9/2021;

2) detta disposizione interna è assolutamente contraria alle norme costituzionali nonché alle leggi europee, in quanto la normativa in essa contenuta viola palesemente i diritti umani dei cittadini.

3) La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea all’art. 3 dispone: “Ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica. Nell’ambito della medicina e della biologia devono essere in particolare rispettati: il consenso libero e informato della persona interessata, secondo le modalità definite dalla legge. ”

4) Il Regolamento CE 953/2021 n. 36 concernente il c. d. “green pass” stabilisce che “È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l'opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate. (…) Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati. ”

5) Le norme europee prevalgono su quelle nazionali. Infatti, l’art. 9 del decreto-legge 52/2021, che introduce il “green pass” prevede espressamente l’applicabilità delle norme italiane solo se compatibili con il Regolamento CE 953/2021. Pertanto, il “green pass” è FACOLTATIVO.

6) Il Consiglio d’Europa con la risoluzione n. 2631 del 27 gennaio 2021 ha disposto: “L’assemblea invita gli stati membri e l’Unione Europea ad assicurare: - che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno può essere sottoposto ad una pressione politica, sociale o di altro genere affinché si vaccini se non desidera di farlo; - che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato a causa di possibili pericoli per la salute o perché non vuole farsi vaccinare. ”

7) La Costituzione italiana vieta la discriminazione. Infatti, l’art. 3 dispone: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione; di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. ” Di contro, le norme sul green pass obbligatorio per l’accesso ai ristoranti e ad altre attività discriminano tra cittadini in considerazione delle loro condizioni personali sanitarie.

8) La discriminazione è vietata, inoltre, dall’art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea: È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali. ”

9) La CEDU (Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo) vieta anch’essa la discriminazione all’art. 14: “Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra condizione. ”

10) Anche la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo vieta ogni discriminazione all’art. 2: “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. ”

Pertanto, chiunque impedisca l’ingresso in Ufficio a chi non sia provvisto del “green pass” sta commettendo i reati di Violenza privata ( art. 610 c. p. ): “Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni. ” Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa (604 bis c. p. ): Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito: a) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6. 000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Estorsione (art. 629 c. p. ) Chiunque, mediante violenza [581] o minaccia(1), costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1. 000 a euro 4. 000. La pena è della reclusione da sette a venti anni e della multa da da euro 5. 000 a euro 15. 000, se concorre taluna delle circostanze indicate nell'ultimo capoverso dell'articolo precedente.

***

Tutto ciò premesso e considerato, con la presente VI INTIMO E DIFFIDO a consentirmi il regolare accesso presso il proprio Ufficio, avvertendoVi che, in caso di impedimento, agirò ai sensi di legge per il risarcimento del danno a me cagionato in ogni sede, civile e penale, con la responsabilità dell’Amministrazione in quanto persona giuridica e dei suoi responsabili a titolo personale.

Distinti saluti.

Firma ____________________________

 



  

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