|
|||
CAPITOLO 613 ottobre 1993 É notte. Sono appena tornata. Ho passato una serata meravigliosa con Filippo. Abbiamo parlato, parlato e parlato. Lui è rimasto come un tempo: divertente, colto, intelligente anzi geniale. Anche se ora è un uomo, ha lo stesso entusiasmo di allora, un entusiasmo che comunica agli altri. Inoltre parla di libri, film, di ogni cosa con uno spirito, una capacità di farteli rivivere che non ho mai visto in nessuno. Alla fine della cena, mentre mangiavamo il dolce, mi ha detto: “Per anni ho desiderato questo momento. ” “Anch’io” ho pensato, ma non ho detto niente. “Quanto ti ho pensato, Valentina... ” Mi ha accompagnato a casa. Ci siamo baciati. Sono scesa in fretta dalla macchina e gli ho gridato: “Ti telefono... ” E Marco? 17 ottobre 1993 Da quattro giorni non vedo e non telefono a Filippo. Non vedo neppure Marco. Gli ho detto che ho molto lavoro da sbrigare e che sono molto stanca. Ho bisogno di pensare, di stare da sola. Devo capire se sono veramente innamorata di Filippo o se è soltanto il ricordo di quello che è stato.
19 ottobre 1993 Sono uscita con Marco ieri. Ha voluto portarmi al mare, a Santa Margherita, perché ha comprato una barca. “Così possiamo fare delle belle mini-crociere, amore, ” mi ha detto. Tutto il pomeriggio siamo stati sulla barca, vicino alla barca, intorno alla barca. Ho notato come Marco parli sempre senza dire assolutamente niente. Forse perché ben poco gli interessa a parte il denaro. È vero che è molto dolce e mi ama, ma... ma mi chiedo... come ho fatto a non notare queste cose in un anno che stiamo insieme. Forse, come l’anno scorso in Sardegna, lo avevo notato ma non volevo ammetterlo. Penso di aver capito che non lo amo.
20 ottobre 1993 Ho telefonato a Filippo. Era un po’ freddo. “E passata una settimana. ” “Lo so, mi dispiace, Filippo, ma... ” “Non trovare scuse, ti prego. C’è un altro, vero? ” Filippo è sempre stato diretto. Questa volta lo sono stata anch’io. “Sì, c’è un altro. ” “Capisco... ” “Vorrei... vorrei vederti, parlarne... ” Ci siamo accordati per domani. Cosa gli dirò? Ho parlato con la mia amica Cecilia. Lei ha grande esperienza in fatto di uomini, ma non molta fortuna: ha infatti divorziato due volte. Mi ha detto: “Segui i soldi, non il cuore. Se sposi uno senza soldi, quando passa l’amore, ti trovi povera e infelice. Se invece è ricco, almeno ti trovi ricca e infelice. ” Ma perché l’amore deve ‘passare’? Forse non ci si può amare per sempre? Cecilia è una buona amica ma molto diversa da me. Ho capito che devo decidere da sola una volta nella mia vita. 21 ottobre 1993 Ho visto Filippo. Altra serata meravigliosa. Siamo andati al Parco, come allora. Non c’ero stata da anni. A Marco non piace Parco Sempione: lo trova deprimente e pieno di ‘brutta gente’. Volevo parlare di Marco, ma Filippo non ha voluto. “Non spezziamo l’incanto, Valentina, ” mi ha detto. Ho parlato di Marco e del nostro fidanzamento più tardi, in uno dei soliti bar che a Filippo piacciono tanto. “Cosa hai intenzione di fare? ” “Non lo so. ” “Sei innamorata di questo tizio? ” “Non lo so. ” “Vedo che hai le idee molto chiare. ” Così improvvisamente, mi sono messa a piangere. Filippo mi ha abbracciato. “Non piangere, sciocchina. Stai tranquilla. Tutto si sistemerà... ” Non ne abbiamo più parlato, ma mi rendo conto che devo prendere una decisione al più presto.
|
|||
|